Questa è la politica, bellezza

Proseguire sulla strada segnata, anche se un dicastero non basta. Parola di Stanca.

Tre i ministri a Smau 2006: Paolo Gentiloni (Comunicazioni) Linda
Lanzillotta, (Affari Regionali e Autonomie Locali) e Luigi Nicolais (Riforme e
Innovazioni nella Pubblica Amministrazione).

Ecco l’attenzione che il nuovo governo ha riservato al momento di approfondimento fieristico nazionale sull’informatica per l’economia.
Tre, numero perfetto, ma non per Lucio Stanca, unico titolare nella storia patria del Ministero per l’Innovazione, ora accorpato alla funzione pubblica e in mano al professor Nicolais.

Poco più di un anno fa l’ex-manager di Ibm fece il punto di
quattro anni e mezzo di dicastero a Milano, ma non a Smau: a un convegno di
Cisco. E fu una lettera aperta, quasi da confessionale di reality show. Il senso
di ciò che fu il suo bilancio è riassumibile con “quanto è dura iniziare da
zero e progettare l’innovazione. Anche perché si passa tanto tempo a parlare e
meno a fare. Un mandato non basta, ce ne vogliono almeno due. Speriamo che il
prossimo ministro vada avanti sulla strada segnata

”.

All’approssimarsi di Smau 2006, Stanca si è concesso un’intervista al Giorno. Di domenica, in pieno sciopero dei giornalisti. E forse in questo modo ha raggiunto più pubblico di quanto non avrebbe fatto in un giorno normale (lo storico quotidiano di Italo Pietra usciva, insieme a pochi altri, non allineati allo sciopero), compresi noi.

Sarà anche per il fatto che il nuovo esecutivo il suo dicastero lo ha liofilizzato, le parole usate dall’ex-ministro non sono state tenere. Ha detto che come Paese stiamo facendo passi indietro sul piano della modernizzazione, che c’è il rischio di gettare al vento quanto di poco fatto sinora. Si è chiesto che fine ha fatto il bonus da 175 euro per i computer degli studenti. Ha, sostanzialmente detto che il governo non ha una strategia sull’innovazione.

Al di là delle posizioni politiche (ognuno ha la propria)
delle cose dette da Stanca, su una si può far convergere la riflessione: se le
imprese vedono che a ogni cambio di governo la politica degli incentivi viene
azzerata e rifatta, come fanno a pianificare la loro innovazione? Insomma, come
fanno a fidarsi della politica?

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome