Lo rivela un’indagine su 372 esperti. Pochi quelli che pensano a un crash entro due anni. Rimedi: prioritizzazione con analisi dei pacchetti.
I professionisti delle telecomunicazioni parrebbero divisi sulla questione della crescente domanda di banda che nel medio periodo potrebbe mandare in tilt Internet.
A rivelarlo è un’indagine condotta da Idc e Tellabs al Nxtcomm08, l’evento di settore organizzato dalla Telecommunications Industry Association (Tia) e dalla United States Telecom Association tenutosi a Las Vegas dal 16 al 19 giugno scorsi, sentendo 372 professionisti del mondo delle Tlc.
Per metà degli intervistati ciò potrebbe effettivamente succedere, mentre l’altra metà lo ritiene improbabile. E del 51% che prevede grossi inconvenienti, uno su quattro ritiene che potrebbero verificarsi entro i prossimi due anni.
Il settore dimostra anche una crescente attenzne ai costi energetici: il 69% ha dichiarato che per una rete il controllo del consumo di energia è più importante dei costi dei circuiti.
Dell’80% degli intervistati che hanno indicato possibili soluzioni alla prevista congestione di Internet, il 32% crede che i provider indirizzeranno i picchi di traffico con la prioritizzazione effettuata con packet inspection, mentre il 24% ritiene che i picchi si possano gestire meglio introducendo incrementi di tariffe per l’utilizzo della banda in eccesso.
Il video è il principale accusato della fame di banda: il 43% del campione è convinto che fino al 30% del traffico Internet totale sia da imputarsi ai video e il 40% si aspetta che tale traffico cresca fino al 75% nei prossimi cinque anni.
L’80% degli intervistati prevede che nel prossimo biennio gli operatori si troveranno ad affrontare una domanda di servizi mobile broadband maggiore in Europa che in Nord America. Colpa anche della mobile Tv: un intervistato su due ritiene che la maggiore richiesta di banda per le reti mobile derivi già oggi dal video e l’81% pensa che sarà così per i prossimi cinque anni.





