Produttori totalmente responsabili con le Direttive Raee e Rohs

Dal 13 agosto 2005 inizia la nuova fase. E’ previsto un diverso trattamento per il mondo consumer e per il mondo business. Cresce il ruolo delle società di servizi e di supporto

25 giugno 2004 Due nuove direttive dell’Unione Europea
saranno recepite dall’Italia entro la fine del 2004 in tema di ecocompatibilità.
I provvedimenti che cambiano lo scenario operativo per le aziende produttrici di beni
nei settori che fanno riferimento al mondo dell’elettronica, dell’elettrotecnica
e dell’informatica e che introducono il tema della responsabilità
totale
dei produttori sui loro prodotti. Con questo nuovo quadro normativo i produttori saranno responsabili dei loro prodotti anche dopo il momento della vendita e saranno tenuti a organizzare tutte le attività necessarie a gestire i prodotti anche dopo il loro ciclo di vita.
Ma vediamo innanzitutto di capire quali sono le categorie di produttori interessati a questa normativa. Le Direttive si indirizzano agli elettrodomestici, alle apparecchiature di illuminazione, a tutti gli strumenti elettrici ed elettronici, ai giocattoli e a tutti i prodotti per il tempo libero dotati di strumentazione elettrica o elettronica, ai dispositivi medicali, agli strumenti di monitoraggio e controllo e ai distributori automatici.

Le nuove norme impongono in sostanza ai produttori di
riutilizzare o riciclare i prodotti a fine vita
provvedendo alla rimozione delle sostanze pericolose per l’ambiente intervenendo nello stesso tempo a livello di produzione per contenere entro limiti prefissati la presenza di sostanze dannose per l’ambiente.
Claudia Criscione, managing partner di Noiros, società specializzata in consulenza e supporto sulle tematiche ambientali spiega il nuovo quadro normativo: “Le novità sono rappresentate dalla Direttiva 2002/95/Ce del Parlamento Europeo e del Consiglio del 27 gennaio 2003 sulla restrizione dell’uso di determinate sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche (Rohs) e la Direttiva 2002/96/Ce del Parlamento Europeo e del Consiglio del 27 gennaio 2003 sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee)”.
Quest’ultima normativa punta a
definire nuovi modelli di riferimento per la progettazione e per la
produzione di beni elettrici ed elettronici
. Modelli produttivi e progettuali che permettano un più intenso riutilizzo della componentistica, una più facile riparazione e che cercano nello stesso tempo di scoraggiarne il più possibile la dispersione nell’ambiente. “In particolare – prosegue Criscione – per regolarizzare la loro posizione con la Direttiva Rohs tutti i produttori italiani dei beni sopracitati dovranno ridefinire dal luglio 2006 dei piani di produzione affinché i loro prodotti non contengano materiali pericolosi, come mercurio, piombo, cadmio, cromo esavalente, difenile polibromurato, etere di difenile polibromurato oltre i limiti consentiti”.
Con le
nuove normative il produttore assume una responsabilità totale sui
propri prodotti

. Ma prima di affrontare i contenuti di queste nuove responsabilità occorre chiarire cosa si intende per “produttore”, ovvero chi deve assumersi queste nuove responsabilità.
“Per produttore – spiega Criscione – si intendono quelle imprese che producono e vendono con il proprio marchio, quelle che vendono con il proprio marchio prodotti realizzati da terzi, oppure quelle che importano ed esportano prodotti”.

Criscione sottolinea poi che la
Direttiva punta a una raccolta di 4 Kg/anno di elettrodomestici per abitante,
pari al recupero di 228.000 tonnellate di materiale. Nella categoria dei
prodotti informatici gli obiettivi della Direttiva prevedono il recupero di più
del 75% del peso del prodotto e un reimpiego o riciclaggio di una quota
superiore al 65% del peso del prodotto. Tutti questi obiettivi sono
stati fissati dall’Unione per la fine del 2006.


Ma quali sono esattamente i requirements della Direttiva? “Nella sostanza – spiega Criscione – il primo punto riguarda la progettazione che deve prevedere e facilitare lo smontaggio, il recupero e il riciclo dei componenti. Il secondo punto è invece legato al trattamento a fine ciclo di vita. Dai prodotti – spiega – devono essere rimossi tutti i fluidi e le sostanze pericolose, la rimozione deve avvenire per mano di operatori specializzati e qualificati. Gli impianti presso i quali verranno effettuati questi trattamenti dovranno essere adeguatamente attrezzati con aree di stoccaggio per sostanze e componenti”.

Raee
La Direttiva cambia
ovviamente anche il quadro di riferimento. Ogni Stato dovrà infatti provvedere a
istituire un registro dei produttori di Aee (Apparecchiature elettriche ed
elettroniche) e dovrà tenere traccia dei beni venduti sul mercato e dei livelli
di riciclo ottenuti. Uno speciale simbolo
relativo alla raccolta differenziata dovrà poi essere applicato su tutti i prodotti immessi nel mercato dal 13 agosto 2005. Un ruolo importante sarà poi affidato alla comunicazione perché gli utenti dovranno essere informati sul loro ruolo nel contribuire al corretto smaltimento dei prodotti e dovranno essere adeguatamente informati su come operare al riguardo. Gli utenti dovranno essere anche informati delle eventuali sostanze pericolose contenute nelle apparecchiature.
“Per quanto riguarda i produttori – spiega Criscione
la Direttiva prevede una serie di obblighi che partono
dalla iscrizione al Registro dei produttori che verrà istituito, alla
preparazione di informazioni sui volumi di produzione e sulle tipologie di
apparecchiature che sono state vendute e che sono state riciclate direttamente o
da terze parti. I produttori dovranno anche fornire garanzie finanziarie,
provvedere al pagamento dei costi di trattamento e di riciclo, garantire che i
prodotti siano progettati per poter essere poi riusati e riciclati, assicurare
che ciascun prodotto sia correttamente etichettato e fornire informazioni per il
riuso e per il riciclo a fine vita” .
Un onere
importante al quale le imprese dovranno prepararsi per tempo. In effetti dal
punto di vista strettamente operativo le modalità di attuazione non sono ancora
state stabilite e si resta in attesa del 13 agosto come data ultima per
l’emanazione del Decreto Legge. “Sono tuttavia già abbastanza chiari gli
aspetti economici connessi a questa nuova Direttiva – osserva – che identifica
in particolare due diversi ambiti applicativi: il mondo dell’utenza domestica e
il mondo business”.
In entrambi i casi la legge fissa un momento ben preciso di separazione tra il vecchio e il nuovo trattamento. In concreto per tutti i prodotti immessi sul mercato prima del 13 agosto 2005 il finanziamento dei costi della gestione dell’applicazione della Direttiva Raee sarà sostenuto da uno o più sistemi ai quali dovranno contribuire proporzionalmente tutti i produttori esistenti sul mercato ad esempio in misura delle loro quote di mercato.

Per tutti i prodotti che vengono immessi sul
mercato dopo il 13 agosto 2005 i produttori devono provvedere al finanziamento
della raccolta, del trattamento, del recupero e dello smaltimento ecologicamente
corretto dei Raee depositati nei centri di raccolta. Ciascun produttore
sarà poi responsabile del finanziamento delle operazioni

relative ai rifiuti prodotti dai propri prodotti. Il produttore potrà scegliere di adempiere a questi obblighi direttamente con i propri mezzi o in forma collettiva tramite appositi consorzi.
Per quanto riguarda il mondo business
per i rifiuti “storici” immessi sul mercato prima della fatidica data
del 13 agosto 2005 i produttori dovranno garantire il ritiro gratuito, nella
forma uno contro uno, per tutti gli utenti business che procedono al rinnovo del
loro parco macchine. Nel caso in cui l’utente non proceda con un nuovo acquisto
dovrà farsi carico totalmente dell’onere relativo al recupero del prodotto. Per
tutti i prodotti business immessi sul mercato dopo il 13 agosto 2005 il
produttore avrà l’obbligo di provvedere alle operazioni di raccolta
, trattamento, recupero e smaltimento direttamente o tramite terze parti specializzate.

Si è parlato, tra le richieste della nuova Direttiva, di garanzie finanziare che i produttori devono fornire. La Direttiva prevede infatti che al fine di garantire la copertura finanziaria relativa alle procedure di recupero e smaltimento i produttori hanno l’obbligo di fornire una cauzione, o fideiussione bancaria o assicurativa proporzionale al numero di prodotti che vengono immessi sul mercato.

Rohs
La Direttiva Rohs diventerà operativa a partire dal 1 luglio
2006 e dal quel momento gli Stati membri dell’Unione Europea dovranno provvedere
affinché le apparecchiature elettriche ed elettroniche nuove immesse sul mercato
non contengano piombo, mercurio, cadmio, cromo esavalente, difenili
polibromurati (Pbb) o etere di difenile polibromurato (Pbde).
Sino alla
data del 1 luglio 2006 resteranno in vigore le normative nazionali destinate a
limitare o vietare l’uso di queste sostanze. Per il mondo della produzione la
Rohs vuol dire controllo e reingegnerizzazione della produzione. Controllo non
solo sulla produzione diretta ma anche su quanto viene acquistato da società
terze e assemblato e reingegnerizzazione vuol dire attivare dei processi di
progettazione dei propri prodotti anche nella scelta di componenti compatibili
con la nuova Direttiva.


Le reazioni
Secondo Corrado Coraglia
direttore marketing di Elettrodata questa Direttiva si traduce
in un nuovo costo: “Nel mondo dei pc – precisa – si lavora con
margini estremamente ridotti, le spese relative all’adeguamento della produzione
alla nuova legge e al recupero e riciclo dei prodotti andranno a impoverire la
marginalità e non sarà facile trovare le risorse”.
Stefano Zaganelli, presidente di Si
Computer
è preoccupato: “E’ l’ennesimo nuovo problema per le nostre
aziende. In più la comunicazione sul problema è scarsa, gli utenti non sono
stati sensibilizzati ed è difficile pensare di caricare sul valore di vendita
finale questo costo”.

“Tutte le Direttive rappresentano
un costo
– osserva Giuseppe Grandi, Quality, environment & safety
manager di Olidata-. I problemi veri stanno nella capacità
di far percepire agli utenti il valore di queste iniziative e nei controlli che
devono essere attivati” .
Ed è sul tema dei
controlli che interviene Coraglia: “Senza controlli certi, sul mercato
arriveranno prodotti di aziende che rispettano la direttiva insieme a prodotti
di aziende che non la rispettano. Questi ultimi costeranno meno e per questo
saranno avvantaggiate” .
Anche Zaganelli non
nasconde il suo scetticismo: “Si deve lavorare molto a livello di
comunicazione istituzionale
perché i clienti badano al prezzo e per
quanto un produttore possa mettere in risalto il proprio impegno ambientale poi
alla fine è sul costo che si gioca la vendita” .
Ma
anche il punto vendita ha la sua importanza, per la capacità di influire sulle
scelte dell’utenza finale. “Anche lì – osserva Coraglia – c’è
ancora scarsa comunicazione. Bisogna alzare il livello di attenzione e fare in
modo che anche il mondo del trade sia adeguatamente sensibilizzato”.

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