In una lettera Francesco Pizzetti rende noto il suo parere. Dubbi di incostituzionalità e contrasto con l’Europa
Come promesso il garante della Privacy ha reso noto il suo parere sulle nuove norme che toglierebbero alle aziende gli obblighi di tutela dei dati in materia di privacy.
Cn una lettera inviata nei giorni scorsi presidente del Consiglio, al ministro dello Sviluppo economico e ai presidenti di Senato e Camera, l’Autorità Garante per la protezione dei dati personali ha manifestato le proprie forti preoccupazioni su alcune norme e su alcuni emendamenti recentemente presentati, attualmente in discussione al Senato, nell’ambito del disegno di legge Bersani-ter sulle liberalizzazioni.
Per quanto riguarda la normativa che esclude l’obbligo per le aziende sotto i quindici dipendenti ci sarebbero profili di incostituzionalità per “disparità di trattamento”, mentre le norme approvate dalla Camera sarebbero in contrasto con la normativa europea che non consente di sottrarre intere categorie dall’applicazione della disciplina sulla protezione dei dati personali.
I nuovi emendamenti presentati, precisa Il garante Francesco Pizzetti, aggravano la situazione. “Alcuni estenderebbero ulteriormente la platea dei soggetti che verrebbero esentati dall’applicazione della normativa in materia di sicurezza dei dati. Dall’obbligo sarebbero, quindi, esonerate non più soltanto le piccole imprese, ma tutte le aziende private operanti nel mercato e i liberi professionisti. Altri emendamenti sono volti a restringere le categorie di dati sensibili da proteggere, come l’adesione a organizzazioni aventi carattere sindacale, o prevedono l’eliminazione di ogni forma di tutela per le persone giuridiche (imprese, enti pubblici e privati, partiti, sindacati, organizzazioni religiose, organismi no profit) che renderebbero tra l’altro tali soggetti più esposti ad atti illeciti o ad attività di dossieraggio e spionaggio”.
Per questo Pizzetti sottolinea che la giusta esigenza di semplificare alcuni adempimenti a carico delle imprese, avvertita anche dall’Autorità, potrebbe e dovrebbe essere perseguita “senza compromettere i diritti fondamentali di cittadini e lavoratori”.





