Linux sui server sembra aver convinto già molti big dell’informatica. Diversa è la situazione sui desktop, dove le posizioni sono oggi più differenziate e spaziano dall’adesione convinta alla prudenza. In quest’ultimo alveo si coll …
Linux sui server sembra aver convinto già molti big dell’informatica.
Diversa è la situazione sui desktop, dove le posizioni sono oggi più
differenziate e spaziano dall’adesione convinta alla prudenza. In
quest’ultimo alveo si colloca Ibm, che al Cebit ha fatto sapere di aver
assunto una posizione di "guarda e aspetta", ritenendo l’Os freeware un
fenomeno, almeno per ora, delegato ai server? "Tuttavia – ha
dichiarato Tony Occleshaw, stratega software per l’area Emea – anche se
non intendiamo ora portare Linux verso un nuovo segmento di mercato,
monitoreremo costantemente la situazione, per seguirne gli sviluppi".
Il fattore limitante, secondo Big Blue, è oggi la mancanza di applicazioni
e non basta il fatto che sia già tecnicamente possibile installare Linux s
u
un Thinkpad. Ciò non toglie che la società guardi con interesse a questo
ambiente e abbia piani articolati di supporto, che comprendono partnership
con sviluppatori (SuSe, Caldera, Red Hat e Pacific High-Tech), integrazione
in WebSphere e Db2, nonché integrazione nei Netfinity 3000, 5000, 5500 e
nella linea Rs/6000.
Più convinta sembra essere Dell, che ha annunciato l’installazione della
versione di Red Hat su certe tipologie di pc Optiplex, per il mercato
aziendale. Si tratta del primo passo di un big in direzione dei personal
computer, anche se non tutti i termini dell’operazione sono chiari. Non si
sa, ad esempio, su quali macchine precisamente il sistema operativo sarà
installato né se poterà girare in parallelo con Windows. Finora, gli
hardware vendor hanno annunciato l’integrazione di Linux solo su server e
workstation e la stessa Dell fa parte di questo novero. Di certo, si sa che
il costruttore intende far pagare una quota di installazione pari a 99
dollari.
