Andrea Nava, direttore tecnico di Compuware, ha analizzato le ultime mosse della società sul fronte dell’offerta. Per quanto riguarda il tema Mips Management, in merito la società ha condotto un’indagine presso 100 responsabili It a livello mondiale (7 …
Andrea Nava, direttore tecnico di Compuware, ha analizzato le ultime mosse della società sul fronte dell’offerta. Per quanto riguarda il tema Mips Management, in merito la società ha condotto un’indagine presso 100 responsabili It a livello mondiale (70 in Usa e 30 in Europa, tra cui l’Italia) da cui in sintesi è emerso che, nonostante i costi elevati associati ai Mips (Million instruction per second), il 58% del campione non effettua il monitoraggio del loro utilizzo e il 43% ritiene che la propria organizzazione gestisca i Mips in modo inadeguato.
È quindi necessario che le aziende, se vogliono migliorare i tempi di risposta e la disponibilità applicativa, siano in grado di conoscere quanto consumano e pesano i Mips, visto che, secondo le stime di mercato, il loro utilizzo in media cresce del 10% in volume all’anno, più velocemente rispetto al business.
Su questo fronte, tra le soluzioni che Compuware può mettere in campo, Nava ha ricordato Strobe, il software per l’Application Performance Management, che può analizzare nell’arco di vari giorni tutte le soluzioni di un’azienda che utilizzano Mips e quindi fare un quadro della situazione e delle fonti di inefficienza applicative in ambienti complessi. Nell’ambito della sicurezza e in linea con le norme del Garante della Privacy, Compuware propone Data Privacy, una soluzione per la gestione e il mascheramento dei dati che devono essere usati per i test, indipendente dalla piattaforma operativa, che crea report utili per verificare la validità dei dati personali sensibili resi anonimi, e Application Auditing, una soluzione per tracciare gli accessi degli utenti alle applicazioni, le tipologie di attività svolte e i tempi associati. In pratica Application Auditing funziona come una video camera di sorveglianza per le applicazioni, registrando attività interne che avvengono tra gli utenti e le applicazioni da loro usate. Così si crea un “audit trail” storicizzato che può essere visionato in qualsiasi momento per capire che cosa è successo. L’obiettivo, dichiarato da Zompetta, è quello di aiutare i clienti a evitare un uso fraudolento dei propri dati o un accesso improprio dall’interno.





