Più consumer che Pmi nel Voip europeo

L’intervento di Giorgio Bertolina, amministratore delegato di Italtel, al convegno svoltosi in Bocconi

E’ il consumer che traina il Voip in Europa. Secondo Idc il valore del mercato, nel 2007, era di 5.800 milioni di dollari, di cui 3.200 generati da servizi offerti al mercato residenziale.


Giorgio Bertolina, amministratore delegato di Italtel, ha fatto riferimento ai dati della società di ricerca per prensetare il quadro della situazione del Voip in Italia nell’intervento al convegno sul Voice over Ip che si è tenuto ieri in Bocconi.


In Italia – ha proseguito l’ad di Italetel – il valore del mercato dei servizi Voip, a fine 2007, era 830 milioni di dollari di cui 420 generati da servizi offerti al mercato dei consumatori privati, mentre il tasso previsto di crescita annuale composto per il periodo 2007 – 2010 prevede una crescita del 29% (dati Idc 2008). A fine 2007 gli utenti di servizi Voip erano oltre tre milioni, costituiti per il 73% da utenti di servizi Vobb (Voice over broadband) che sosterranno la crescita del mercato anche nel medio termine.



Per quanto concerne l’impiego del Voip nel segmento business a livello europeo, Idc evidenzia che l’opzione verso il Voip è attualmente più alta nelle grandi imprese, mentre le Pmi dimostrano meno interesse verso questa tecnologia, anche se rappresenta un valido strumento nella conduzione del proprio business. Ci si attende che i service provider perfezionino la loro offerta Voip verso le Pmi introducendo possibilità di scegliere prodotti diversi, interfacce easy to use, pacchetti di comunicazione cost effective, migliore Quality of Service e sicurezza, traendo spunto dalla ‘best practice’ già avviata dalle grandi imprese.



La diffusione dei servizi Voip anche nelle Pmi potrebbe essere sostenuta dalla nascita di offerte di servizi Hosted opportunamente disegnate sulle esigenze delle imprese. Secondo Idc, i servizi Hosted VoIP in Italia crescono con dinamiche molto positive: a fine 2007 (incluso il traffico Voip) il valore del mercato italiano era di quasi 50 milioni di euro. Largo spazio c’ anche nella Pa dove, secondo quanto previsto dalla Finanziaria 2008, è stato reso obbligatorio per gli enti centrali l’adozione del Voip. La norma, pur non essendo obbligatoria, è stata recepita anche da alcune regioni e grandi comuni, soprattutto come strumento capace di ridurre la spesa corrente in telecomunicazioni..


Le aspettative di risparmio legate all’introduzione della nuova tecnologia nella Pa si attestano sul 20-25% della spesa tlc complessiva che, per il 2008, è prevista pari a 413 milioni di euro. Il 4% di questa cifra, pari a circa 16 milioni di euro, è la spesa prevista in investimenti Voip, con una crescita pari al 15-18% annuo per il biennio 2009-2010 (dati Netics 2008). A confronto con altre tecnologie, il Voip registra la maggior penetrazione nella Pa: il 48% delle amministrazioni si è già mossa per adottarlo, altrettante ne prevedono l’utilizzo nel corso del 2009.


Secondo Bertolina l’impiego del Voipnelle imprese come nella Pa non si limita a far risparmiare. Secondo le indagini di Netics, i Chief information officer di molti comuni e enti considerano il Voip un tassello nella costruzione di un sistema di Unified communication capace di integrare telefono, video-teleconferenza e office collaboration. E di integrare con più facilità nella rete aziendale utenti nomadici come, ad esempio, i vigili urbani. Il VoIP, infatti, introduce una nuova e più efficiente organizzazione del lavoro in termini di: integrazione, mobilità, flessibilità, unificazione.


Il mercato italiano delle soluzioni di Unified Communication crescerà con un Cagr 2006-2011 del 30% e il concetto di Unified Communication si svilupperà ulteriormente, già nell’anno in corso, superando la nozione di unified messaging per focalizzarsi sulla presence, cioè sulla capacità di raggiungere, con comunicazioni veloci e affidabili, persone importanti per i processi aziendali e sull’integrazione di voce e dati con applicazioni business.

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