Pervasività 2.0

Dalla teoria alla pratica.

Pervasività è un termine che ha fatto il suo
corso nel mondo dell’information technology. Una di quelle parole che a sentirle
pronunciare riportano con quasi assoluta certezza a una certa epoca e non a
un’altra della storia dell’It.

Ora, che cosa fosse la pervasività in
termini teorici era anche allora abbastanza chiaro.
Che cosa sia oggi e come
si sia trasformata negli anni forse un po’ meno, tranne forse il fatto che da
pervasive si è quasi impercettibilmente passati a parlare di ubiquitous
computing.

Però tre notizie di questi giorni, apparentemente
poco collegate l’una all’altra, sono la chiara dimostrazione che la pervasività
è tutt’altro che uscita di scena, anzi, semmai è diventata realtà
concreta.

Ci ha pensato per prima Gartner, tracciando un profilo di ciò
che saranno i client dei prossimi dieci anni. La società di analisi ha
sottolineato come per il personal computer la dimensione user-centrica diventa
oggi essenziale. Non ci si stupisca, dunque, di trovare sulla stessa
macchina applicazioni di tipo professionale in serena coesistenza con altre di
tipo più prettamente personale. L’utente, in poche parole, vuole lavorare,
informarsi, comunicare, divertirsi indipendentemente dal dispositivo usato.
E vorrebbe, laddove possibile, sospendere l’utilizzo di un dispositivo per
passare a un altro con la certezza non solo di ritrovare gli stessi strumenti,
ma magari le stesse sessioni allo stesso punto.

Una risposta in questa
direzione arriva da Ibm, che proprio nella giornata di ieri ha annunciato la
disponibilità della versione 7.0 di Lotus Notes e Domino su dispositivi
rimuovibili, siano essi chiavette Usb o un iPod.
In concreto, perchè di
concretezza poi si tratta, su qualsiasi macchina l’utente si trovi a lavorare,
ritrova le sue impostazioni, le sue preferenze, le sue sessioni, aggiornabili
sia in modalità offline sia online. Blog inclusi, tanto per dire.

E che
dire di Google. No, non è concorrenza a Office, dichiarano Bryn e Page. Però
unificano word processor e spreadsheet in un’unica soluzione, che dovrebbe
favorire l’interazione, lo scambio e la comunicazione. Web based, naturalmente.

Il che significa, di nuovo, che il limite è solo l’accesso a Internet, non
il dispositivo.

Ecco, dunque, chiamamola pure Pervasività
2.0.

Ma pervasività è.

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