Per crescere la banda larga non basta

Uno studio afferma la necessità di completare l’Internet veloce con applicazioni ad hoc

Per la competitività delle imprese italiane l’esistenza della banda larga è
un passaggio fondamentale. E’ una tecnologia abilitante che può avere un impatto
indiretto sulla produttività se vestita da una serie di applicazioni che
richiedono però cambiamenti significativi dal punto di vista strategico e
organizzativo. La categorica, ma non certo sorprendente, conclusione arriva da
uno studio di ThinkTel effettuato da Bruno Busacca e Ferdinando Pennaiola della
Bocconi e Massimo Colombo del Politecnico che hanno analizzato un campione di
mille Pmi fra i 10 e i 250 addetti.



Piazzare l’Adsl o la fibra in
azienda
non serve per ridare smalto all’attività, ma se a queste si
accompagnano altre applicazioni (come Crm o Scm) allora l’impatto è forte. Dal
punto di vista dei costi i benefici riguardano la gestione del rapporto con gli
intermediari finanziari, il reperimento di nuovi fornitori e distributori,
supply management e channel management. Fra i ricavi c’è invece la notorietà del
brand, la qualità del servizio pre e post vendita, customer retention e
acquisition. Ovviamente, benefici ancora superiori hanno avuto i
virtuosi della banda larga
che da tempo la utilizzano e l’hanno vestita
con applicazioni di un certo peso.





Nonostante questo le Pmi non sono così convinte che i
benefici siano così forti. Solo il 15,2% degli intervistati ha intenzione di
adottare il brodband nei prossimi 12 mesi e il 2,7% nei prossimi 24. Proprio per
questo la ricerca sostiene che bisogna sviluppare offerte più aderenti
alle Pmi,
rimuovere i gap di percezione sui benefici delle applicazioni
broadband e potenziare le strategie commerciali secondo logiche network based
ovvero con offerte integrate con altri attori dell’ecosistema Ict.

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