Per cambiare lavoro non conta più lo stipendio

Fotografia del perchè i manager italiani, trade compreso, scelgano di affrontare nuove opportunità

I manager italiani cambiano lavoro, in media ogni 5 anni e in tre casi su quattro il motivo principale non è l’aumento della retribuzione, bensì la ricerca di migliori condizioni professionali e personali.
È quanto emerge da un’analisi su un campione di oltre 200 manager italiani di aziende medio-grandi, condotta da Asa Executive Search, società costituita da un team di partner attivi in Italia da 28 anni, che fa parte di Accord Group.
Ottanta dirigenti su 100 si considerano “costretti” a cambiare società non avendo avuto opportunità di crescita professionale, in posizioni o aree diverse, mentre i rimanenti decidono di spostarsi perché non vanno d’accordo con il proprio capo o per cogliere opportunità provenienti dal mercato.
In genere i cambi portano a miglioramenti retributivi, ma questa non è da considerarsi una regola generale.
Sempre secondo l’indagine condotta da Asa, il 65% circa dei manager, prende le decisioni sul cambio di azienda mettendo al primo posto la famiglia, soprattutto se è richiesto un trasferimento, mentre solo il 35% è disposto a sacrificarsi, sottoponendosi ad estenuanti trasferte “in solitario”.

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