Pagine Gialle: anti-Google all’italiana

Una via italiana a Internet esiste.

In una delle più brutte zone della periferia milanese c’è un’azienda dove
le belle ragazze abbondano e si sfata il mito del monopolista che non innova.
L’eccezione che conferma la regola si chiama Seat Pagine gialle è uno dei marchi
più conosciuti del nostro Paese e al tempo stesso, anche per colpa loro, una
delle aziende meno conosciute. Quando ne pronunci il nome pensi subito ai volumi
cartacei, invece Pg significa anche probabilmente la punta più avanzata
dell’Internet tricolore. Il piano triennale prevede una settantina di milioni di
investimenti in tecnologia che servono a innovare l’offerta per i clienti di
Pagine gialle.

Visto la fine che hanno fatto le (ex)
berlusconiane Pagine utili si poteva anche vivere sugli allori. Ma sarà la
presenza in Borsa, la presenza di un management particolarmente motivato o il
fatto che il mondo è cambiato e i concorrenti non arrivano più solo dalla carta,
ma nel palazzone di via Grosso si lavora a pieno ritmo con un occhio
costantemente puntato verso Google.

Guardano e
soffrono perché il mitico Google earth non vale le ortofoto di Pagine gialle
visual e lo Street view è un po’ (tanto) più invasivo della soluzione proposta
da Pg che in post produzione toglie le possibili violazioni della privacy (un
lavoro da cinesi, direbbero a Milano). Ma la lotta contro Google è impari.
Soprattutto se, come ha fatto in questi anni, Seat Pg lavora in silenzio.

Adesso però la musica par cambiata il colosso giallo vuole togliersi il
complesso d’inferiorità e giocarsela con il gigante di Mountain View. In Italia
ha tutti i numeri per poterlo fare, ma anche in Europa è ben posizionato.
Bisogna però far sapere in giro che in via Grosio esiste una via italiana a
Internet che non ha nulla da invidiare al resto del mondo.

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