Capacità decisionale ed elasticità sono caratteristiche che possono essere usate come arma vincente non solo in azienda ma anche nel pubblico per combattere la burocrazia
Negli ultimi dieci anni, l’architettura tecnologica della Pa, puntando
a standard di servizio omogenei, si è allineata al mercato. Dietro al
cambiamento, una dirigenza in vario modo promotrice d’innovazione.La formula
per attuare strategie di successo è la stessa del settore privato: capacità
di vision e volontà di conoscere le tecnologie e di seguirne gli sviluppi.
Fattori la cui valenza contribuisce a creare ammodernamento, razionalizzazione
ed efficientamento.
È questo il caso dell’Università degli Studi di Messina,
dove la valorizzazione dell’attività didattica, passa attraverso
il centro di calcolo “A. Villari” (Cecum), vale a dire la cellula
preposta all’erogazione dei servizi It necessari alla gestione amministrativa,
didattica e di ricerca. Dora Magaudda, dal 2001 è coordinatrice generale
Ufficio di supporto al nucleo di valutazione, calcolo scientifico e data warehousing
del Cecum oltre che docente nel corso di laurea in Informatica. «I
vari Atenei non devono confrontarsi soltanto con realtà italiane, ma
anche con strutture straniere – spiega Magaudda -. Non è un
processo semplice, ma imprescindibile». Occorrono, quindi, informazioni
verificate, immediatamente raggiungibili e modificabili in tempo reale. Il dato
deve essere gestito localmente, ma fruito centralmente; essere validato e a
disposizione del governo d’Ateneo. Secondo la manager, questo porterà
alla costituzione di una necessaria base di dati, movimentata periodicamente,
cui potranno accedere, a livelli diversi, i soggetti autorizzati. Lo sforzo
di analisi e di programmazione avrà importanza strategica.
Pro e contro, tra privato e pubblico
In trent’anni di attività, Magaudda è stata tra i pionieri
dell’It e, per lei, il passaggio alla Pa è stato una precisa scelta
di vita anche se negli anni 80 «l’amministrazione non era ancora
pronta a comprendere perché fosse necessario sostenere spese elevate
per qualcosa che poteva essere fatto anche manualmente». Oggi anche
la Pa ha, invece, ben chiara l’importanza di sottoscrivere precisi contratti
d’assistenza tecnica con partner competenti e disponibili. «Gestisco
servizi che non possono essere interrotti – precisa Magaudda – e trovo
d’importanza cruciale il supporto tecnico. L’esperienza nel privato
è stata utile alla mia autonomia decisionale perché oggi scelgo
con cognizione di causa. Nel rapporto con i fornitori, privilegio le partnership:
oltre alla robustezza degli apparati, infatti, punto allo scambio di know how
e di best practice che contribuiscono a efficientare la nostra operatività.
Non a caso la nostra server farm di calcolo scientifico è monobrand».
Se è vero che vent’anni fa la Pa soffriva di ambienti e condizioni
logistiche inadeguati, secondo la manager oggi l’approccio è un
Crm in cui è inclusa una maggiore attenzione anche ai dipendenti. Il
problema rimane la burocrazia: «Nel privato, quando documentavo la
necessità di ulteriori risorse – afferma Magaudda -, di norma,
venivo affiancata da personale adeguato in tempi brevissimi; nella Pa ciò
non accade. Si lavora molto con personale a tempo determinato ma l’addestramento
su problematiche specialistiche può durare anche due anni; così,
alla scadenza dei contratti, devo sempre ricominciare da capo. Un sistema che
non consente l’ottimizzazione di certi processi e frena idee e progetti».
Professionalità e sinergia
Secondo la manager, se la Pa spesso non comprende certe problematiche tecniche,
pensando solo al budget, dal punto di vista umano il senso di appartenenza può
essere molto più forte che nel privato. «Se la macchina statale
va avanti – conclude Magaudda – è perché ci sono persone
che lavorano molto seriamente. Al Cecum ho incontrato colleghi che non hanno
mai guardato orari di lavoro o giornate festive quando si trattava di garantire
certi servizi e una direzione attenta che ha sempre cercato di migliorare il
lavoro dei dipendenti. Nell’It, una volta costituita la rete informatica
necessaria, occorre il coinvolgimento di tutti gli attori: senza sinergia non
è possibile risolvere completamente un problema. La capacità di
relazione è sempre vincente così come l’umiltà: più
studio e più mi rendo conto di quanto altro dovrei sapere e non mi vergogno
di chiedere lumi ai ragazzi che lavorano con me, che siano di basso o alto livello».





