Nell’attuale fase di rallentamento economico pare che alcune aziende stiano pressando gli outsourcer a praticare sconti che in alcuni casi (Regno Unito) arrivano fino al 23%. I dati emergono da un’analisi condotta in Europa negli ultimi 12 mesi da Comp …
Nell’attuale fase di rallentamento economico pare che alcune aziende stiano pressando gli outsourcer a praticare sconti che in alcuni casi (Regno Unito) arrivano fino al 23%. I dati emergono da un’analisi condotta in Europa negli ultimi 12 mesi da Compass Management Consulting su 120 contratti di outsourcing del valore unitario di oltre 60 milioni di euro. Nei casi di rinegoziazione la maggioranza delle aziende richiede sconti fra il 15 e il 23%, indipendentemente dall’equità del prezzo offerto dal provider. E pare che molti fornitori siano inclini ad accogliere le richieste a fronte di accordi a lungo termine. Ma il rischio di questa pratica, secondo Compass, è invece proprio quello di perdere di vista il lungo termine e gli effetti che una valutazione eminentemente contabile, a detrimento delle reali esigenze di business, potrebbe avere. Secondo la società di consulenza un taglio del 20% potrebbe addirittura portare molti contratti al fallimento: negoziare sconti ingenti a breve termine in cambio di contratti a lungo termine senza una chiara comprensione dei servizi e delle esigenze è una scelta perdente. Così facendo i tagli diventeranno insostenibili, generando a loro volta malcontento nel fornitore, rapporti scadenti e servizi di bassa qualità. Per Compass, invece, andrebbero fatti regolarmente benchmark delle attività in outsourcing che tengano conto sì del giusto prezzo di mercato, ma anche di iniziative strategiche come la razionalizzazione delle applicazioni e la standardizzazione dei processi di business.





