Non più raggiungibili siti come Bitshare, Cyberlocker, Clipshouse, Nowvideo, Nowdownload, Rapidgator, Uploaded o Videopremium. La causa? Permettevano il download illecito di un cartone animato francese di un paio di anni fa.
La Procura della Repubblica di Roma ha disposto l’oscuramento di 27 siti
web, alcuni di fama mondiale (come Bitshare, Cyberlocker,
Clipshouse, Nowvideo, Nowdownload, Rapidgator, Uploaded o Videopremium,), accogliendo la denuncia presentata da una
piccola società italiana distributrice di pellicole cinematografiche. I legali dell’azienda avrebbero scovato, tra le maglie dei
vari siti web resi irraggiungibili dall’Italia (o meglio, utilizzando server
DNS gestiti da provider Internet del nostro Paese), il film di animazione francese
“Un mostro a Parigi” (del 2011 ma giunto nelle nostre sale sul
finire dello scorso anno) distribuito in modo illecito da parte di sconosciuti.
Così, è stato chiesto ai giudici di prendere provvedimenti.
Dopo un mese di indagini da parte della polizia postale, la
Procura romana è giunta alla conclusione di dover disporre l’oscuramento di ben
27 domini Internet inibendone l’accesso da parte degli utenti italiani. Come
già accaduto in altre circostanze, è stato intimato a tutti i provider del
nostro Paese di alterare forzosamente i record memorizzati sui rispettivi
server DNS e di reindirizzare qualunque richiesta di connessione verso i siti
web oggetto dell’intervento sanzionatorio verso l’interfaccia di loopback (IP
127.0.0.1).
L’avvocato Fulvio Sarzana, uno dei massimi esperti italiani di
tematiche legate ai diritti fondamentali e rete Internet, fa notare che il
provvedimento dei giudici capitolini sia considerabile come la più grande
operazione “censoria” effettuata nei confronti di siti Internet a
valenza internazionale, seconda solo al sequestro disposto a fine novembre 2010
dal dipartimento dell’Homeland Security statunitense (in quel caso
furono resi irraggiungibili 70 domini).
Sarzana critica, ancora una volta, la scelta che ha portato
all’oscuramento di siti Internet sulla base di un unico contenuto pubblicato in
violazione delle leggi a tutela del copyright. Commenta l’avvocato sul suo blog:
“la società denunciante avrà naturalmente le sue buone ragioni, ma ci
si chiede il perché 27 portali che raggruppano milioni e milioni di utenti
siano stati resi inaccessibili nella loro interezza. Forse perché è stato
scoperto un giro illecito di denaro? Come si pensava nel caso Megaupload?
Perché si ponevano in commercio sostanze proibite? Perché le stesse avevano a
che fare con un giro di sfruttamento della prostituzione minorile? No, o,
almeno questo non appare dal sequestro, che è stato adottato perché un solo
film sarebbe presente tra i milioni di files presenti nei suddetti portali. Uno
solo. Per un solo audiovisivo di pochi bit è stato adottato un blocco che ha
lasciato al buio centinaia di migliaia di utenti italiani che non hanno
ovviamente nulla a che vedere con questo film e che avevano semplicemente
acquistato attraverso i sistemi premium la possibilità di scambiare file di
grandi dimensioni“.
Per il momento i siti web “oscurati” restano
accessibili semplicemente modificando il DNS server di riferimento, ossia
utilizzandone uno straniero. Il PM, comunque, sembra aver richiesto
espressamente il sequestro dei domini oggetto del provvedimento lasciando
ipotizzare l’avvio di un’azione a livello internazionale.
La decisione di oscurare i siti web, che l’avvocato Sarzana cita nella sua
analisi, sembra cozzare violentemente contro il concetto di
“intermediario della comunicazione”.
In altre parole, il fornitore di un servizio o il gestore di un
sito web aperto ai contributi degli utenti non può essere ritenuto
responsabile, ad esempio, della pubblicazione del materiale coperto da
copyright se dimostra di essersi prontamente attivato in seguito alle
segnalazioni degli aventi diritto. Nel caso di specie diversi analisti si
chiedono se non bastasse la richiesta della rimozione del singolo file
pubblicato in ispregio degli altrui diritti d’autore invece che la disposizione
di un provvedimento pesantemente censorio.
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