Oneri finanziari alla riscossa

Modi e metodi per finanziare il proprio business e quello dei clienti. Se ne è parlato a Ict Trade

A tutte le latitudini e longitudini di business uno dei problemi più caldi dell’Ict è la risoluzione dell’onere finanziario. Una recente inchiesta condotta da Ibm su 765 Ceo di tutto il mondo per capire il ruolo dell’innovazione ha evidenziato che il secondo ostacolo alla crescita sia identificato nella mancanza di fondi. Quindi tutto il mondo è paese anche se “guardando solamente alla Germania vedo che i pagamenti vengono effettuati in soli 14 giorni” dice Alessandro Villa direttore generale di Econocom Italia. E al sistema italiano si adattano coloro i quali hanno come mission il finanziamento. Al canale compreso. Lo fa la banca, Unicredit Banca d’impresa, ad esempio. In collaborazione con Almaviva sta gestendo in outsourcing, addirittura, il business dei flussi documentali.

Lo fa Microsoft che da qualche mese a questa parte finanzia i progetti delle Pmi. Lo fa un distributore che come Computer Gross ha creato una vera e propria business unit con “nove persone – afferma Paolo Castellacci presidente del Gruppo toscano – che considerano i soldi come un prodotto. Mi metto dalla parte di chi ha bisogno di reperire denaro – continua Castellacci – e per questo offriamo al canale le soluzioni di diversi operatori”.

Il principale per Computer Gross è Igf, senza nulla togliere a Ibm Servizi Finanziari la cui filiale italiana da un anno circa è amministrata da Carmen Ene la quale afferma “considerateci una banca vera e propria. La nostra entità legale è separata ma posseduta al 100% Ibm e regolata dalle leggi della Banca d’Italia. Quello che vi offriamo in più rispetto a una qualsiasi banca e che la nostra provenienza tecnologica ci permette di capire meglio di altri i rischi dell’implementazione It collegata al mondo finanziario”.
Ma ci sono varie forme di reperimento finanziario oltre all’ autofinanziamento e al credito bancario. “Forme di equità – ricorda Emanuele Marcianò, di Iban – o alternative” facendo anche riferimento ai Business angels, un circuito Iban fatto da finanziatori privati.
E a queste si aggiungono varie modalità di accesso, di proposizione e di vendita al cliente finale. “La mia opinione – confida Alessandro Villa – è i clienti del canale paghino male e in ritardo perché arrivano a immaginare l’acquisizione di tecnologia solo nel momento in cui c’è una pressione interna o esterna: l’aggiornamento è “costretto. Perché non lavorare in analisi di asset managment assieme con un piano operativo anticipato e costantemente applicato, da condividere a lungo termine (2/3 anni)?”. In questo caso il noleggio sarebbe pianificato assieme alle vendite in modo da creare anche costante liquidità.
Ma apriamo la mente e proviamo a capire come sfruttare anche quei dieci miliardi di euro resi disponibili dal VII programma quadro dove “ci sono sovvenzioni – spiega Antonio D’Amico di Eba European Business Associates, agenzia di supporto all’accesso di questo genere di finanziamento – sia in ambito di innovazione tecnologica di netowrking, sia a livello di innovazione componentistica e robotica”. Ma attenzione il programma quadro finanzia anche a fondo perduto l’innovazione dei processi “fino al 120% delle spese sostenute dalle Pmi”.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome