La scelta dell’It “fuori casa” secondo una ricerca di Yankee Group
È tesa a sondare il mondo delle strategie di esternalizzazione, la ricerca condotta di recente da Yankee Group su un campione di 605 soggetti appartenenti ad aziende con oltre 500 dipendenti, ubicate negli Stati Uniti e nell’Unione Europea.
Dall’analisi emerge che l’outsourcing è un’attitudine crescente presso le medie e grandi realtà organizzative. Anche se nel corso del 2007 il giro d’affari nel comparto dell’outsourcing It ha mostrato segni di stanchezza, l’analista rimane fiducioso sulle sue potenzialità di sviluppo nei prossimi mesi.
A trainare il mercato sono soprattutto le funzioni di gestione finanziaria e fatturazione, delegate nel 32% delle aziende statunitensi e nel 26% di quelle europee.
A pesare sulle scelte sono soprattutto le considerazioni legate ai risparmi di costo, anche se la necessità di tenere il passo con il dinamismo del business inizia a essere tenuta indebito conto. Per le realtà statunitensi, le tre motivazioni a supporto di una strategia di outsourcing sono legate all’opportunità di permettere allo staff It di focalizzarsi su altre attività strategiche (75% delle risposte), alla riduzione dei costi (75%) e al supporto necessario alla trasformazione del business (25%).
Nel valutare le geografie di riferimento per le attività di offshoring, la qualità dei servizi ricevuti è il fattore citato per primo dal 63% del campione, seguito dai costi del lavoro (54%) e dalle affinità linguistiche (32%).
I servizi gestiti sono la formula contrattuale privilegiata (si veda grafico), seguiti dall’outsourcing e dagli shared service. Secondo Yankee Group, le aziende si stanno orientando sempre più verso un approccio di “rightshoring” (ovvero di esternalizzazione “mista”): questo prevede la selezione di fornitori in grado di assicurare opzioni di onshoring (nelle regioni che, all’interno della stessa nazione, offrono vantaggi dal punto di vista fiscale o di costo del lavoro), nearshoring (nelle nazioni geograficamente vicine) e offshoring (in paesi lontani, tipicamente Far East e Sudamerica).
Interessante anche il dato (si veda grafico) relativo alla percentuale di realtà che, in Europa e negli Stati Uniti, hanno già in atto programmi di outsourcing (32% negli Stati Uniti e 26% in Ue) o li hanno messi in programma (28% in entrambe le aree), così come quello delle aziende che, dopo aver sperimentato l’esternalizzazione, hanno attuato una strategia di insourcing (il 10% negli Stati Uniti e il 14% in Ue), riportando in casa le funzioni relative.





