La societa danese ha avviato una pesante ristrutturazione a livellomondiale. Oltre a quello del nostro Paese, chiusi altri uffici in Europa ein Usa, ridimensionati tutti gli altri. Venduto il produttore di modemLasat.
La notizia è giunta come un fulmine a ciel sereno. Olicom, società di
networking danese specializzata nel Token Ring, ha chiuso la sede italiana.
Il primo a non essersene fatto ancora una ragione è Franco Millo, country
manager di Olicom nel nostro Paese. Come ci ha confermato al telefono, per
quanto non esaltanti, i risultati conseguiti dalla filiale italiana erano
superiori alla media europea e nulla lasciava presupporre che i dirigenti
danesi avrebbero deciso di chiudere proprio l’ufficio aperto circa cinque
anni fa a Milano. Millo manterrà la carica fino a fine febbraio,
rispondendo a tutte le responsabilità legali che il suo ruolo gli impone;
dopodiché le sorti della casa di Copenaghen in Italia saranno affidate ai
distributori, probabilmente guidati dalla Francia.
Ma la ristrutturazione sarà massiccia. Avviata a fine novembre, questa ha
interessato e interesserà tutti gli uffici di Olicom sparsi nel mondo. Son
o
stati chiusi gli uffici in Austria e in Olanda, mentre quelli francese e
spagnolo sono stati pesantemente ridimensionati. Non è stato possibile
raggiungere i dirigenti danesi, ma, dai primi rapidi conti, i tagli di
personale dovrebbero superare il 40%. In Italia, i dipendenti a fine ’98
erano otto, mentre complessivamente nel mondo il personale Olicom arrivava
a 800 individui. Il fatturato ’97 era stato di 238 milioni di dollari,
quello ’98 sarà comunicato ai mercati finanziari solo mercoledì 4 febbra
io
prossimo.
A tutti gli effetti, appare come un’operazione di dismissione, tesa, forse,
a rendere più "vendibile" la società. Il management danese, del resto,
sembra aver effettuato una potatura drastica e poco oculata. La filiale
italiana, infatti, presentava "parametri" economici (come, per esempio, la
redditività per dipendente) di tutto rispetto, riflettendo meno di altre
sedi territoriali le difficoltà globali della casa madre. Una realtà in
piena attività, con progetti in sospeso per diverse centinaia di milioni.
Millo ha così chiuso il suo amareggiato commento: "Per una società
di
Information technology, normalmente, il mercato italiano, rispetto quello
Emea, pesa mediamente il 5%. Per Olicom abbiamo sempre rappresentato dall’8
al 12% del fatturato".
Come parte della ristrutturazione, Olicom ha anche ceduto la quota del 75%
che possedeva di Lasat, società produttrice di modem per pc. Questa è st
ata
acquistata in parte dal management di Lasat stessa e, in parte, da due
società d’investimento danesi.





