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Netcomm: la tassa “verde” sulla rete distributiva è un freno per il Paese

Netcomm, Consorzio del Commercio Digitale Italiano, l’associazione di riferimento del settore ecommerce in Italia, ha commentato la notizia emersa negli ultimi giorni secondo cui il Governo Meloni, all’interno della nuova legge di Bilancio, sarebbe intenzionato a inserire una “tassa verde” a carico delle società di distribuzione che usano mezzi inquinanti per portare nelle nostre case i prodotti acquistati.

Roberto Liscia, Presidente di Netcomm, ha commentato: “La presunta ‘tassa verde’ sulla rete distributiva dell’ecommerce proposta dal Governo all’interno della nuova legge di Bilancio non tiene conto del reale impatto economico e ambientale di questo settore sull’intera economia del nostro Paese.

Porre un freno a un settore strategico come quello del digitale, che già sta subendo un rallentamento a causa dell’inflazione e dell’aumento dei costi tecnologici e di gestione dell’intera rete, significherebbe minare la competitività dell’Italia sul piano internazionale.

E a farne le spese sono in primis le piccole e medie imprese, che hanno trovato nel digitale, in questi ultimi anni, una risorsa strategica per lo sviluppo del loro export, raggiungendo consumatori in tutto il mondo grazie all’ecommerce”.

Roberto Liscia, Presidente di Netcomm
Roberto Liscia, Presidente di Netcomm

Per Roberto Liscia, a parlare in modo inequivocabile sono i dati: secondo una ricerca condotta da The European House – Ambrosetti per Netcomm, la rete del valore dell’ecommerce e del digital retail in Italia genera ricavi per circa 58,6 miliardi di euro, occupa il terzo posto tra le 99 attività economiche italiane per incidenza sul fatturato del settore privato in Italia e ha un impatto del 19,2% sulla crescita di fatturato del totale delle attività economiche italiane.

Occorre inoltre considerare, secondo Netcomm, che recenti studi della società di consulenza Oliver Wyman e LAE, dimostrano come l’ecommerce abbia un impatto ridotto sull’ambiente rispetto a quello generato dal retail fisico non alimentare: “L’ecommerce consente di ridurre da quattro a nove volte il traffico generato dallo shopping nei negozi e le consegne ai clienti rappresentano lo 0,5% del traffico totale nelle aree urbane. Inoltre, secondo il rapporto di Oliver Wyman risulta che l’eCommerce genera da 1,5 a 2,9 volte in meno di emissioni di gas serra”.

Conclude Roberto Liscia: “Stiamo parlando di una rete che, solo nel 2019, contava 678 mila imprese e oltre 290 mila lavoratori. Oltretutto, in un mondo sempre più multicanale, i negozi tradizionali stessi si avvalgono di servizi di consegna a domicilio e gli effetti di un’ulteriore tassazione avrebbero conseguenze negative anche sui costi della loro attività, oltre che sui prezzi destinati ai consumatori stessi”.

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