Per la cantieristica si va dal Crm a strumenti di pianificazione. Ma attenzione a non usare tecnicismi
Marzo 2009
L’Italia non è solo un Paese di poeti, santi e navigatori, ma anche di costruttori di barche di lusso. Nel settore della cantieristica il nostro Paese vanta una posizione invidiata a livello internazionale con valori complessivi che superano il fatturato di settori più blasonati e noti del “made in Italy” come, per esempio, quello della moda.
Il lusso, quello vero, è sempre discreto, c’è quindi bisogno di scavare un poco per fare il quadro di un settore che può portare soddisfazioni per chi riesca a indirizzarlo con le giuste soluzioni informatiche.
Secondo dati dell’ultimo rapporto sulla Nautica pubblicato da Affari & Finanza, la quota di mercato dei cantieri italiani a livello mondiale è pari al 46%, con il risultato che quasi una barca su due viene prodotta in Italia. La cantieristica del Bel Paese riesce a conciliare creatività, design e capacità artigianali riuscendo a battere una concorrenza sempre più agguerrita assecondando i gusti di una clientela facoltosa che si sta sempre più spostando nei Paesi emergenti.
Se da una parte la nautica in generale sta rallentando dopo una decina d’anni di forte sviluppo, il settore degli yacht e navi di lusso continua a crescere.
Secondo gli ultimi dati disponibili dell’Osservatorio Mercato Nautico della Facoltà di Economia dell’Università di Roma Tor Vergata e relativi all’anno 2008, il settore delle barche di lusso è cresciuto del 5% raggiungendo la quota record di 15,2 miliardi di euro di cui 1,1 miliardi sono rappresentati dalle imbarcazioni a vela.
Una crescita che prosegue dal 2001 e che nel 2007 aveva toccato quota 15,3 % anno su anno, anche se – proprio nel 2009 – i dati previsionali fanno prevedere una brusca battuta d’arresto.
«Le rilevazioni sugli ordini di yacht oltre i 50 metri hanno segnato negli ultimi mesi un calo del 28 per cento su scala globale», ci spiega Tommaso Nastasi, coordinatore dell’Osservatorio Mercato Nautico della Facoltà di Economia di Roma Tor Vergata presentando i dati di una specifica ricerca sull’impatto della crisi in questo mercato.
Ricerca che rileva una peculiare resistenza anticrisi del segmento grandi yacht, oltre gli 80 metri. Cosa ha portato all’affermazione dell’industria italiana nel mercato mondiale degli yacht? Secondo l’Osservatorio, è un risultato del processo di trasformazione del settore: da un mercato fatto essenzialmente da artigiani a grandi gruppi con marchi riconosciuti a livello internazionale (come Ferretti, Azimut…) dotati delle capacità per espandersi su nuovi mercati. Lo ha dimostrato recentemente Ferretti che ha acquisito le attività di Allied Bertram Marine Group che opera nel mercato statunitense.
La cantieristica del lusso italiana è in salute, ma è anche fortemente insidiata dalla concorrenza. A cominciare dalle industrie d’Oltralpe: il colosso francese Lvmh ha recentemente aggiunto Princess Yacht International al proprio portafoglio di marchi del lusso che comprende Fendi, Dior e Moet. In Europa è molto forte anche la cantieristica tedesca che partendo da numeri globali modesti ha però segnato forti tassi di crescita. Secondo una classifica stilata dalla rivista Usa Showboat, Azimut-Benetti è l’operatore italiano con il più alto numero di ordini (un centinaio di yacht per totali 3.600 metri) seguita al secondo posto da Ferretti con una novantina di imbarcazioni per circa 2.800 metri, seguiti al terzo posto dalla francese Rodriguez con una cinquantina di yacht. Nella classifica delle prime venti aziende mondiali della nautica compaiono altri nomi italiani. Al sesto posto figura il Gruppo Fipa (che comprende AbYacht, Cbi Navi e Maiora), al settimo Sanlorenzo, al nono Camuzzi Nautica (Baglietto e Cantieri di Pisa) e al quattordicesimo Perini Navi.
La classifica di Showboat del 2008 mostra anche come si stiano facendo avanti in modo competitivo alcuni gruppi orientali.
Nello scorso anno sono entrate per la prima volta nella classifica rispettivamente al sedicesimo e al diciassettesimo posto le due società taiwanesi Ocean Alexander e Ka Shing. Società seguite dai russi di Timmerman Yacht (diciannovesimi) e dai cantieri turchi di Proteksan-Tourquoise, alla ventesima posizione.
La crisi delle grandi navi
Nell’attuale momento di crisi dell’economia globale non deve stupire che a crescere maggiormente siano le imbarcazioni più lunghe e costose, a danno soprattutto della fascia media. Per la rivista Showboat è un’espressione della divaricazione della forbice tra ricchi e poveri. Secondo Showboat, la fascia che cresce di più (68%) è rappresentata dalle barche tra i 61 e i 76 metri che hanno costi medi di 70 milioni di dollari.
Nel 2008 la fascia delle imbarcazioni oltre i 76 metri è cresciuta del 28% mentre quella tra i 24 e i 30 metri solo di un modesto 4,5%.
Mentre il mercato degli yacht di lusso continua a tirare, quello delle grandi navi è, invece, al palo con una domanda a livello mondiale che si è dimezzata a 10,6 milioni di tonnellate, secondo Assonave.
Le navi cisterna o cargo hanno subito nel 2008 un calo degli ordini pari al 46%, ed è andata ancora peggio per navi traghetto, o speciali, con un calo pari al 59%. Nel settore delle navi da trasporto sono Corea e Cina a guidare le classifiche con il 76% degli ordinativi, mentre l’Europa si deve accontentare soltanto di un modesto 7 per cento.
Il Vecchio Continente detiene la leadership nelle navi da crociera, traghetti e navi specializzate di piccole e medie dimensioni.
Una leadership fortemente insidiata, come dimostra l’acquisizione del controllo della norvegese Aker Yards da parte dei cantieri coreani Stx. Aker Yards divide con Fincantieri e con la tedesca Meyer Werft la leadership nel mercato delle navi da crociera.
Il valore della tecnologia Il segreto del successo per la cantieristica italiana è in gran parte legato all’unione di tradizione e innovazione, capacità artigianali che si fondono con l’industrializzazione dei processi, gestione del cliente e della qualità. Contesti a cui l’It dà un contributo duplice, da una parte permettendo alle aziende di offrire prodotti avanzati nel comfort e nella sicurezza, dall’altro gestire in modo più efficiente le risorse senza perdere di vista i budget. Nella cantieristica l’It ha inoltre il ruolo di controllo su processi molteplici e dinamici che coinvolgono operatori esterni, in molti casi facenti capo ai distretti che operano nel mobile, nel tessile e design.





