Movimprese, tra aprile e giugno 26mila imprese in più

Ma il bilancio natalità-mortailità registra il secondo peggior risultato degli ultimi dieci anni. Alle 100mila nuove iscrizioni si contrappone infatti una crescita del 5,9% dei fallimenti e del 72,5% dei concordati.

Nel secondo
trimestre dell’anno,
secondo i dati di Movimprese – la rilevazione trimestrale sulla natalità e mortalità delle imprese condotta
da InfoCamere –
il saldo tra aperture e chiusure di imprese fa segnare un bilancio positivo per 26.084 imprese in più. Ma è il risultato meno brillante nella serie degli ultimi dieci anni di rilevazioni relative al
periodo aprile-giugno. A determinarlo hanno concorso il basso
numero di iscrizioni
(100.448, il secondo
peggior risultato del decennio) e l’elevato
livello di cessazioni
(74.364, il terzo
valore più elevato della serie
dei secondi trimestri). A livello complessivo,
al netto dell’agricoltura che ha chiuso il trimestre con 5.195 unità in meno, tutti i settori evidenziano un saldo positivo tra aperture e chiusure. In questo scenario, però, a certificare la persistente durezza della crisi restano i dati dei fallimenti e il bilancio anagrafico del comparto artigiano, rimasto fermo a tre mesi fa.

Per le crisi d’impresa, il dato relativo ai primi sei mesi del 2013 certifica un aumento del 5,9% delle aperture di procedure fallimentari,
corrispondenti a 6.456 imprese che hanno portato i libri in tribunale
(nello stesso periodo del 2012 questa sorte era toccata a 6.095
aziende). Sul fronte artigiano, per la prima volta in dieci anni si registra un sostanziale
stallo (-113 imprese) tra aperture e chiusure, frutto soprattutto della forte
riduzione di iscrizioni di nuove imprese (4.835 unità in meno, pari ad una riduzione del 16% nel numero di
aperture rispetto a quelle registrate nello stesso periodo
del 2012). A fronte di questa caduta di vitalità, la lieve contrazione delle chiusure (849 in meno nel confronto con il secondo trimestre dell’anno scorso) non è stata sufficiente a mantenere il saldo in territorio positivo. A incidere maggiormente sullo stallo del comparto artigiano
sono
stati i bilanci negativi delle costruzioni (-828 imprese), dei trasporti e magazzinaggio (-568) e delle attività manifatturiere (-506).

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