Ibm e Cisco fanno delle tecnologie mobili lo strumento per la competitività aziendale. I pareri delle società, a seguito di un forum sul tema.
7 gennaio 2003 L’evoluzione delle tecnologie wireless rende le applicazioni mobili sempre più a misura di utilizzatore e di applicazione. È quanto emerso da un forum che ha messo a confronto la posizione dei produttori con quella degli utilizzatori. Nel caso di Ibm e di Cisco la posizione si è combinata e le società si apprestano a portare verso l’esterno l’esperienza maturata tramite realizzazioni wireless sviluppate internamente all’azienda e coinvolgenti un ampio numero di applicazioni.
Prima di analizzare la posizione espressa dalle società è significativo considerare la situazione di mercato. Se la telefonia mobile è stata un grande successo, le licenze Umts costate complessivamente 150 miliardi di Euro sono ben lungi dall’essere state pagate e i carrier sono ancora esposti finanziariamente per un ammontare che corrisponde grosso modo al loro fatturato annuo. Cosa che lascia poche speranze per una ripresa a breve degli investimenti, almeno sino a che gli oneri finanziari che ne derivano non saranno stati in buona parte riassorbiti. Non è che poi la scarsa disponibilità finanziaria interessi solo i carrier. Anche la revenue media per user è diminuita e grosso modo si è dimezzata rispetto a soli due anni fa.
Le aspettative derivanti dalla diffusione delle nuove tecnologie mobili, sia sotto forma di nuova generazione di telefoni mobili Gprs e Umts, sia come palmari evoluti dotati di connettività mobile, sono comunque consistenti. Che dalle aspettative si passi a qualche cosa di concreto è però tutta un’altra cosa. In pratica, è il parere di Ibm e di Cisco, il tutto si gioca sul piano dei servizi e delle applicazioni, anche se difficilmente si potrà pensare ad un’unica applicazione ma si dovrà porre mano alla riorganizzazione di un’ampia serie di applicazioni di office rendendole fruibili da parte di dispositivi mobili.
I fornitori riconoscono comunque che con il Gprs è iniziata una nuova era, quella della telefonia a pacchetto, che apre comunque le basi a concrete prospettive in termini di fruibilità delle applicazioni e di soluzioni a costi accettabili (per le aziende).
In questo scenario di incertezze (attuali) e di prospettive (future) quale è la posizione di società come Ibm o Cisco? Secondo Dicran Babayantz, wireless offering leader di Ibm, il mutamento principale che si sta avendo nel segmento wireless (e mobile) è che la competitività non è più basata solo sulla compressione dei costi. «Chi lo ha fatto è finito fuori mercato», afferma Babayantz. La competizione si è spostata così sul piano della qualità. Ora, al disotto di un certo livello di qualità nessuno è più disposto a comprare un prodotto e la quotazione di una società che esce con un modello non adeguato viene rapidamente penalizzata. «Alla qualità si sta quindi aggiungendo un ulteriore livello competitivo che comprende tre diversi aspetti, l’efficienza operativa, come osservato con il caso Dell, l’ampiezza dell’offerta che deve corrispondere molto a quanto vuole il cliente, la fidelizzazione del cliente, che vuol dire capire non cosa il cliente desidera, ma al contrario cosa non vuole più in modo da concentrare meglio la produzione», è il parere di Ibm. Babayantz ritiene poi che il wireless e-business rappresenti una concreta opportunità per il sistema delle Pmi, che ritiene rappresentino uno dei quattro gruppi di indicatori del livello di competitività di un sistema paese.
Il mobile è fondamentale nell’evoluzione delle attività di business anche secondo Gaetano Pellegrino, mobile strategic marketing manager di Cisco. «Quello che è importante è dare una risposta alle esigenze di mobilità, che rappresenta uno dei cambiamenti strutturali fondamentali su come le aziende realizzano le proprie attività di business», ha affermato. Pellegrino ritiene che, in particolare, il mobile Internet rappresenti in tal senso un ambiente ricco di servizi ora disponili su un’ampia gamma di device personali mobili.
Una conferma sembra venire da un survey realizzato proprio da Cisco su un ampio campione di società. Quello che emerge è che l’wireless rientra nei primi quattro campi di priorità di spesa delle aziende in termini di investimenti tecnologici. Quello che però costituisce un freno ad una maggior crescita del mobile è il costo aziendale, che risulta molto variabile e difficile da prevedere. In pratica rende inaffidabili anche le previsioni di budget più accurate. Non a caso, ha fatto notare Pellegrino, vi è un forte interesse per tariffe flat o per servizi tipo 800. Un altro indicatore da considerare è che il 40% degli utenti non intende spendere di più nella mobilità anche se un significativo 20% appare disposto a pagare un premio aggiuntivo quando ne è dimostrata l’efficacia aziendale. Che può essere anche molto consistente. Un trial di 9 mesi realizzato dalla stessa Cisco al suo interno, con un parallelo lavoro di adattamento al contesto wireless delle modalità di presentazione e di interazione delle applicazioni di office più comuni, ha permesso alla società, ha illustrato Pellegrino, di ottenere un guadagno medio di produttività di 2 ore per settimana. Un dato che appare estremamente interessante visto il costo medio per l’azienda delle persone coinvolte nel trial.





