L’edizione italiana del Wcc ha fatto il punto sullo stato dell’arte dell’It e sulle applicazioni nell’industria. Telecom ha illustrato la sua idea di innovazione
A inizio settembre si è tenuto, per la prima volta in Italia, a Milano, il World computer congress, che ha fatto il punto sul ruolo crescente delle tecnologie Ict nell’integrazione dell’economia mondiale, proponendo momenti di approfondimento su temi di punta, come sicurezza, intelligenza artificiale, nuove architetture dei sistemi, interazione uomo-macchina, knowledge management, sinergie tra istituzioni, mondo scientifico e imprese nell’uso delle tecnologie Ict.
Il Wcc ha attratto oltre 1.500 studiosi provenienti da più di sessanta paesi, che hanno tenuto il tasso tecnico delle sessioni a livelli elevati. Ma come ha osservato Giulio Occhini, presidente del comitato organizzativo e direttore generale di Aica (Associazione italiana per l’informatica e il calcolo automatico), l’edizione milanese del Wcc, che ogni due anni fa il punto sullo stato dell’arte dell’informatica, stavolta è riuscita ad ampliare i suoi orizzonti.
Al punto che si è potuto parlare in modo diverso di innovazione, come ha fatto Telecom, che ha presentato i primi dettagli della propria piattaforma di social network.
I-Think è il nome della piattaforma che sarà erogata in modalità Software as a Service e il cui cuore è rappresentato dalle funzionalità di social network che permettono di presentare idee innovative, condividerle con altri o lavorare su idee presentate da altri.
L’area “Penso”, ha spiegato Massimiliano Spaziani di Telecom Italia, è la parte centrale del processo di innovazione dove si lancia l’idea che può essere condivisa da altre persone del network. La community può votare le idee migliori che possono anche essere sottoposte a un comitato di esperti. Se passano l’esame si passa alla fase progettuale.
La piattaforma di Telecom, che non si sa ancora quando sarà resa disponibile, ha probabilmente qualche affinità con siti come www.innocentive.com, dove nomi come Procter & Gamble, Glaxo e Boeing pubblicano la sintesi dei problemi che le angustiano, il tempo a disposizione per dare una risposta e il compenso. Anche questo è il Web 2.0 applicato al mondo dell’innovazione, con multinazionali che, nonostante spendano milioni di euro in ricerca, non si fanno problemi a cercare sul mercato la soluzione più adatta ai loro bisogni. E spesso la trovano anche.





