Il test di due dispositivi in grado di gestire l’alta definizione. Prezzi un po’ alti e velocità da migliorare.
dicembre 2007 Il momento di transizione dallo standard DVD a quello Blu-ray e HD-DVD è nel pieno del suo “naturale” svolgimento, anche se procede molto a rilento: cominciano a fare la prima comparsa nella grande distribuzione i lettori stand-alone per i nuovi formati, e iniziano a diffondersi in ambito informatico sia i supporti che i masterizzatori. PC Open fa il punto della situazione, analizzando due masterizzatori caratterizzati dal supporto del nuovo standard Blu-ray di LiteOn e di Lacie
Una grossa spinta la darà l’elettronica di consumo
I dati di mercato, per il momento relativi solo al mondo dell’home entertainment, fanno segnare un vantaggio piuttosto consistente a favore dello standard Blu-ray: grazie ad accordi importanti (come per esempio quello con Blockbuster a livello mondiale) e alla partnership con importanti major la percentuale di venduto segna un 70% a favore del formato spinto da Sony. Questi dati però non devono essere considerati definitivi: l’ago della bilancia sarà determinato, come avvenuto in passato, dalla penetrazione delle soluzioni sul mercato consumer, con appunto le soluzioni stand-alone dedicate al mondo dei contenuti in alta definizione.
Se dal punto di vista hardware, le soluzioni ancora scarseggiano e presentano dei prezzi ben al di sopra della media, il mondo software si è già adeguato e tutti i principali produttori hanno già aggiornato le proprie soluzioni per supportare correttamente i nuovi standard: Blu-ray e HD-DVD non comportano solo nuovi metodi di scrittura su supporto ottico, ma introducono anche nuovi codec per la gestione dei filmati che devono quindi essere gestiti con applicazioni aggiornate.
Blu-ray disc da 100 GB e HD-DVD da 51 GB
Sul fronte innovazione e prossimo futuro, lo scenario della masterizzazione proporrà, come avvenuto per il mondo DVD, supporti caratterizzati da più strati registrabili: l’aggiunta di un layer alla struttura di un supporto ottico, infatti consente a quest’ultimo di ampliare la propria capacità complessiva, raddoppiando di fatto i GB di spazio offerti.
Se da un lato il DVD-Forum (l’organo responsabile per la certificazione degli standard DVD e HD-DVD) ha di recente approvato il primo supporto HD-DVD a tre strati (51 GB di capacità complessiva), Hitachi, dall’altro, ha invece comunicato lo sviluppo di un prototipo funzionante di Blu-ray a quattro strati, in grado raggiungere la capacità di 100 GB.
Soluzioni di questo tipo, inizialmente presenteranno un prezzo al pubblico molto elevato: come avvenuto per lo standard Double layer (i DVD a doppio strato), è necessario che il processo produttivo sia ottimizzato al massimo e che quindi presenti pochi scarti durante la lavorazione, per poter sperare che i costi si abbassino drasticamente. La scelta di aggiungere più layer di materiale registrabile nasce dal fatto che non sono necessarie modifiche hardware per poter supportare correttamente questi nuovi tipi di dischi: tutti i lettori prodotti saranno in grado, in futuro, di riconoscere correttamente supporti multistrato.
Il futuro passa attraverso l’olografia
Il futuro dei dischi ottici passa per l’olografia, una tecnologia sviluppata per la registrazione tridimensionale dei dati: la quarta generazione dei supporti infatti, prevede l’abbandono del “tradizionale” metodo di scrittura basato su un singolo laser (utilizzato nei CD, DVD e anche in Blu-ray e HD-DVD).
Le prime tre generazioni si limitano, attraverso l’utilizzo di un laser (rosso o blu) a incidere la superficie dello strato registrabile: questo tipo di scrittura è quindi bidimensionale, poiché avviene sempre alla stessa distanza e si sposta solo orizzontalmente, seguendo la testina dell’unità ottica. I dischi olografici, sono per struttura molto simili a quelli fino ad ora prodotti: la reale e sostanziale differenza è presente nell’unità di registrazione: questa infatti utilizza una tecnica che prevede sempre l’impiego di un laser, che viene però “diviso” in due fasci offrendo così la possibilità di scrivere dati sia verticalmente che orizzontalmente. Di fatto parte del laser colpisce direttamente la superficie registrabile, mentre il secondo, ridirezionato grazie a specchi, colpisce lo strato da una differente angolazione offrendo la possibilità di “incidere” su tutto il volume.
Già numerosi produttori si sono dedicati allo sviluppo di soluzioni basate su questo tipo di tecnologia. Ne citiamo due: HVD – Holographic Versatile Disc (www.hvd-forum.org) è un consorzio che ha già registrato tre standard della propria soluzione e che a livello teorico consentirà di immagazzinare fino a 3,9 TB di dati su un disco da 120 mm (come un normale CD/DVD). InPhase – (www.inphase-technologies.com) già commercializza prodotti di storage basati su tecnologia olografica (l’unità ottica, chiamata tapestry 300r ha un costo di 18.000 dollari). Il supporto, 180 dollari, archivia 300 GB di dati.





