Marketplace e Pmi: un commento

Pubblichiamo le opinioni di Paolo Barracano, responsabile di GatewaytoItaly, che parte da un articolo da noi pubblicato e che segnaliamo in calce come riferimento, ma offre stimolanti considerazioni sull’attuale situazione del mercato nazionale dei mercati elettronici.

11 dicembre 2002 Vorrei ringraziarvi per l’attenzione rivolta al nostro marketplace con il vostro articolo apparso sul portale 01.net.
Condivido pienamente l’analisi sull’utilità di questi sistemi orizzontali nell’ambito delle PMI, alle quali noi per primi ci rivolgiamo, per gli ovvii motivi espressi dall’articolo, e ci tengo a precisare, non solo in quanto responsabile dello stesso marketplace.

Purtroppo le PMI italiane ed europee in generale, ed eccezion fatta per il mercato anglosassone, non solo non conoscono questi sistemi, ma fatto ancor più grave, manca in esse la consapevolezza che dell’e-business si possa fare un utile uso, malgrado le molte esperienze negative di questo nuovo modo di intendere il commercio.

A prescindere da quello che può essere il mondo degli e-marketplace, che mi appare recepito più come una moda temporanea, piuttosto che un punto di partenza per un nuovo modo di intendere il commercio, vi esorto a continuare la vostra opera informativa nei confronti delle PMI.
Mirando ad informare il tessuto imprenditoriale italiano, sulle opportunità concrete, seppur più moderate rispetto alla grande enfasi che è stata data inizialmente al commercio elettronico, proprie di un uso consapevole di internet.

Ancora oggi, valutando l’uso che le imprese registrate fanno di GatewaytoItaly eMarketplace (circa 5.000), e nei miei contatti diretti con gli stessi imprenditori, mi rendo conto di come continuino a credere che internet sia solo sinonimo di commercio elettronico (catalogo, carrello e carta di credito), associato all’idea dei fallimenti di tutti coloro i quali hanno posto lo stesso come punto di partenza del loro approccio alla rete.
Ed è sempre più forte l’idea e convinzione da parte mia, che l’informazione dovrebbe ripartire quasi da zero, usando come argomento di base non solo l’estrema innovazione tecnologica, la cui velocità evolutiva è assolutamente incompatibile con le “dinamiche” che regolano l’apprendimento e l’evoluzione del mercato, ma bensì proponendo, progressivamente, informazioni su come una impresa, una PMI, nel suo piccolo, possa cominciare l’approccio alla rete ad al business sul web, senza imbarcarsi in costose, quanto inadeguate, avventure commerciali la cui unica determinante è l’innovazione tecnologica.

E’ troppo ampio il divario attuale tra la cultura di impresa, propria della grande impresa, e quella delle PMI, e questo indubbiamente diventa un fattore che non gioca a favore delle stesse che, a mio avviso, non hanno nulla di meno rispetto alle concorrenti europee, soprattutto se si analizza l’uso che di internet fanno nel resto dell’europa.

Tralascio nella mia analisi volutamente i mercati americani ed asiatici, perchè noto a tutti gli esperti del settore, quanto possano essere agguerriti ed avanti nell’uso della rete e del business on the web.
Insomma le imprese hanno bisogno di un interprete che oltre ad aggiornarle sui “mezzi”, sulle novità, presenti loro in qualche maniera anche i “modi” con i quali utilizzarli, che le accompagni nell’apprendimento e le stimoli ad intraprendere questo processo di innovazione del loro modo di fare business.

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