macOS Tahoe, 5 ragioni per aggiornare il tuo Mac

macOS Tahoe

Come per iOS 26, anche macOS Tahoe 26 sarà rilasciato da Apple lunedì 15 settembre come aggiornamento software gratuito per il Mac.

macOS Tahoe è compatibile con i seguenti modelli: MacBook Air con chip Apple (2020 e successivi), MacBook Pro con chip Apple (2020 e successivi), MacBook Pro (16″, 2019), MacBook Pro (13″, 2020, quattro porte Thunderbolt 3), iMac (2020 e successivi), Mac mini (2020 e successivi), Mac Studio (2022 e successivi), Mac Pro (2019 e successivi).

Si è ormai ridotto a un numero molto esiguo di modelli il supporto per l’architettura Intel: la compatibilità non è scomparsa del tutto ma quasi. Sono supportati Mac Intel soprattutto di fascia più spiccatamente professionale, primo tra tutti il Mac Pro. È probabile che Apple volesse portare avanti il più possibile il supporto per quegli ambiti professionali che sono tradizionalmente la parte più solida e fedele dell’utenza Mac, la base storica del Mac.

Tuttavia, la fine del supporto è rimandata solo di poco: Apple ha già confermato a giugno che macOS Tahoe 26 sarà l’ultimo a supportare i Mac con processori Intel. E in ogni caso, alcune delle ultime tecnologie della società di Cupertino, prima tra tutte Apple Intelligence, già ora non sono compatibili con l’architettura Intel.   

Vogliamo qui evidenziare cinque nuove funzionalità tra quelle che ci sembrano poter suscitare il maggiore interesse da parte degli utenti, con una particolare (ma non esclusiva) attenzione alla produttività.  

Come avviene di solito per gli aggiornamenti dei sistemi operativi, alcuni elementi sono comuni anche al software di sistema di iPhone: per questo, più di un passaggio ricalcherà quando abbiamo già espresso per iOS 26. A partire proprio dalla prima novità comune tra le due (e non solo) piattaforme: il nuovo design basato su Liquid Glass.

macOS Tahoe1. macOS Tahoe veste il Mac con un nuovo look liquido e trasparente

Nel nostro articolo su iOS 26 abbiamo già parlato del nuovo design, quindi non ci dilungheremo troppo su di esso. Con questa generazione di sistemi operativi, Apple ha portato avanti un profondo redesign, il più esteso da molti anni, non solo dell’interfaccia del Mac, ma di tutte le sue piattaforme: macOS Tahoe 26 e iOS 26, come anche iPadOS 26, watchOS 26 e tvOS 26.

Un redesign che è sia estetico che funzionale, basato sul nuovo materiale Liquid Glass. L’interazione con il dispositivo secondo Apple diventerà più fluida, immediata e coinvolgente (riprendendo alcuni aspetti anche delle esperienze immersive di Apple Vision Pro). Ma i designer Apple non volevano solo abbellire il look: lo scopo è anche quello di facilitare la navigazione dell’interfaccia, rendere i controlli più chiari e meglio gestibili e far sì che fosse più agevole per l’utente concentrarsi sui contenuti. Come sempre accade nel design Apple, l’estetica si fonde in modo profondo con la funzione.

La conseguenza del redesign è che le icone cambiano aspetto così come gli elementi di base dell’interfaccia e delle app che utilizziamo tutti i giorni. Il tutto, promette Apple, in modo armonioso e coinvolgente. Non solo è armoniosa la transizione, ad esempio, tra le app sul Mac, ma anche tra un dispositivo e l’altro, perché uno degli scopi del redesign è proprio quello di armonizzare e rendere più coerente l’esperienza con i diversi dispositivi Apple. Pur mantenendo l’unicità e le peculiarità di ciascuno di essi.

L’unico dubbio che abbiamo, che dovrà essere verificato nei giorni successivi all’uscita ufficiale di macOS Tahoe 26, quante applicazioni di terze parti armonizzeranno fin da subito la propria interfaccia utente con il nuovo design basato su Liquid Glass, e se lo faranno tutte.

macOS Tahoe2. Parola d’ordine: personalizzazione

Liquid Glass è il materiale con cui sono plasmati tutti gli elementi grafici del sistema operativo: icone, controlli, elementi interattivi, barre degli strumenti e così via. Il redesign porta con sé anche una nuova ondata di opzioni di personalizzazione. È per esempio possibile personalizzare il colore delle icone delle app e delle cartelle, così come dei widget.

Il vetro, chiaramente, è trasparente. E una delle caratteristiche della nuova interfaccia grafica è che può farsi trasparente per lasciare il ruolo di protagonista sempre ai contenuti. In questo modo, navigare nell’interfaccia utente è sia più piacevole che più produttivo, perché l’utente può mantenere la concentrazione su ciò a cui sta lavorando.

Due esempi: la barra dei menu trasparente lascia più spazio ai contenuti senza interromperli in modo netto. E il Centro di Controllo diventa più personalizzabile nel layout e nella scelta delle app e dei controlli che sono presenti.

macOS Tahoe3. Spotlight, non solo ricerca

Spotlight di macOS Tahoe riceve un importante aggiornamento, e qui davvero non è tanto nell’aspetto ma molto più nelle profondità del codice. Apple lo definisce: “Il più grande aggiorna­mento di sempre per Spotlight”. Ora Spotlight non si limita a presentare risultati di una ricerca, magari in alcuni casi arricchiti da controlli interattivi, ma fa molto di più. Consente di eseguire e completare azioni, centinaia di azioni, sottolinea Apple.

Ad esempio, si possono inviare messaggi ed email, aggiungere eventi al calendario o promemoria, e altro ancora. E, per inciso, anche le funzionalità di ricerca sono state migliorate e potenziate. 

macOS Tahoe4. Comandi e automazioni smart

Come abbiamo visto per iOS 26, la combinazione di Comandi Rapidi con Apple Intelligence ha il potenziale di portare la produttività sul Mac a un nuovo livello. Numerose funzionalità basate su Apple Intelligence diventano disponibili come azioni per la creazione di comandi rapidi. 

Inoltre, ora è possibile far sì che i comandi rapidi vengano eseguiti automaticamente da macOS Tahoe in un momento specifico della giornata o quando una determinata azione fa da trigger per l’esecuzione. Diventa quindi possibile fare delle automazioni che possono essere “effettivamente automatizzate”.

macOS Tahoe5. “Qui macOS Tahoe, dica pure”

Continuity non è certo una novità: è la funzionalità che consente di lavorare su più dispositivi Apple contemporaneamente, ad esempio per condividere contenuti o copiare e incollare da un dispositivo all’altro, trasferire le attività, condividere la connettività e altro ancora.

Ora, con macOS Tahoe, arriva l’app Telefono direttamente sul Mac. L’app è nativa del Mac e supporta diverse funzioni utili ma, naturalmente, ha bisogno di essere abbinata a un iPhone, dato che è lì che abbiamo la nostra SIM, fisica o virtuale che sia. Serve un iPhone nelle vicinanze – e collegato alla stessa rete – su cui abbiamo effettuato l’accesso con lo stesso Apple Account usato per il Mac.

La parte che lascia un po’ di amaro in bocca – come abbiamo sottolineato anche per iOS 26 – è che alcune nuove funzioni molto interessanti dell’app Telefono non sono al momento disponibili in italiano.

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