Mac Os X Server si presenta e lancia la sfida a Linux

Dovrebbe essere imminente – questione di ore – la disponibilità
effettiva di Mac Os X, la nuova piattaforma server di Apple annunciata a
gennaio presso il Mac World di San Francisco e particolarmente indicata
nei campi dell’editoria, del Web publishing e dell’education. La grossa
novità del nuovo Mac Os non risiede tanto nell’interfaccia,
caratterizzata come sempre dal "look and feel" dei Mac, quanto nel core,
basato su quello stesso microkernel Mach su cui si fondava NextStep.
Queste modifiche dovrebbero migliorare le prestazioni dell’Os sui fronti
del multitasking preemtivo e della protezione della memoria, oltre ad
ampliare la gestione della memoria virtuale, consentendogli di elevarsi
al rango di sistema operativo "serio", alla stregua di Nt, Unix e Linux.
Rispetto a quest’ultimo, Apple avrebbe intenzione di conquistare gli
sviluppatori abbracciando un concetto simile all’ "open source" su cui
Linux ha costruito la propria fortuna.
Disponibile dalla fine di questo mese negli Stati Uniti e dalla metà
di aprile in tutto il mondo, il sistema offre il supporto al Web server
Apache 1.3.3 e a WebObject 4, l’application server per lo sviluppo di
applicazioni intranet e Internet per Unix e Nt, e viene fornito con
NetBoot, programma che consente di configurare una rete di pc Mac da un
unico server. Mac Os X è ottimizzato per la linea Power Macintosh G3,
supporta le applicazioni Mac esistenti, richiede 64 Mb di Ram e 1 Gb di
disco. Dalle ultime novità sembra che il prodotto, acquistabile on
line presso il sito Apple, sarà venduto a prezzi tra i 300 e i 600
dollari, invece dei 995 inizialmente previsti. Per l’utenza di tipo
Education, invece, la quotazione fissata è di 249 dollari. Stando alle
dichiarazioni di gennaio di Steve Jobs in persona, per la versione
client si dovrà attendere fino al mese di novembre.