L’aumento dei servizi presenti sulla rete e la quantità di applicazioni comportano dei rischi dal punto di vista della protezione dei sistemi. Ne ha parlato, in un recente convegno organizzato da F5 Networks, il Compartimento Polizia Postale e Comunica …
L’aumento dei servizi presenti sulla rete e la quantità di applicazioni comportano dei rischi dal punto di vista della protezione dei sistemi. Ne ha parlato, in un recente convegno organizzato da F5 Networks, il Compartimento Polizia Postale e Comunicazioni della Lombardia. «La sicurezza informatica non è solo un problema di criminalità – indica il vice questore aggiunto Fabiola Treffiletti -. Proteggere il patrimonio informativo è un dovere, per evitare di essere utilizzati come tramite. Non ci sono solo i reati di tipo diretto. Ognuno deve sentire la responsabilità della tutela dei propri dati anche di quelli aziendaliIl fattore tecnologico – precisa il direttore tecnico Angelo Parente – è importante, ma, lo è ancora di più quello umano. Non sempre l’antivirus riconosce gli oggetti che controlla. L’individuo, invece, può sempre ragionare e interrogarsi». La sicurezza è, quindi, un modo di agire, non un insieme di norme. Rientra in una specifica cultura, non ancora sufficientemente diffusa. Si dovrebbe arrivare, come dice Parente «a considerare le password con la stessa attenzione data agli oggetti di valore personali».





