Lucarelli: combattere il digital divide delle piccole imprese

Il presidente di Aitech-Assinform è perplesso sulla Finanziaria e chiede scelte precise per consolidare la ripresa dell’It

Ennio Lucarelli, presidente di Aitech- Assinform, non si astiene dal
commentare la recentissima Legge Finanziaria. “Un risultato importante c’è: con questa manovra stanno riportando in ordine i conti del Paese”. Il giudizio positivo arriva però alla fine di un analisi rispetto al quale molte sono le perplessità. Il cuneo fiscale controbilanciato dal prelievo del Tfr per l’Inps, altre misure per le imprese giudicate poco significative, delle operazioni che Lucarelli definisce di “maquillage”.



Non è particolarmente soddisfatto il presidente dell’associazione delle aziende Ict. Anche perché, se è vero che l’It dà segni di risveglio, ricorda a tutti che le piccole imprese continuano a investire pochissimo, la Pa centrale destina scarse risorse all’Ict, mentre quei soldi che la Pa locale investe nell’hi tech sono almeno per il 50% ad appannaggio delle società di proprietà degli enti locali. Il decreto Bersani dovrebbe avere contribuito a sanare questa situazione ma gli effetti si vedranno più avanti e poi, c’è sempre il pericolo, come è scritto sul numero di “Panorama” in edicola, che dietro le quinte qualcuno si
stia muovendo per difendere l’in house.


Lucarelli, però, prende atto con soddisfazione
dei numeri positivi anche se, afferma, è arrivato il momento delle scelte di fondo per consolidare la ripresa. “Per risanare la finanza pubblica occorre ridurre inefficienze, diseconomie, sprechi, monopoli, interventi nei quali l’Information Technology va chiamato a giocare un ruolo fondamentale di razionalizzazione”.
Occorrono progetti ben definiti in settori critici,
quali la sanità, l’ambiente, il welfare, i rapporti tra Pa e cittadini,
l’energia, la sicurezza e deve essere combattuto il digital divide che affligge
le piccole imprese. Più cresce il mondo It anche dal punto di vista tecnologico,
spiega Lucarelli, più si allarga il divario digitale che colpisce le piccole
imprese del Paese che non riescono a effettuare gli investimenti necessari
nell’Ict. Per questo bisogna lavorare a livello di distretto o di filiera.

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