L’Oceano Blu dello smaltimento cartucce

Esprinet illustra i vantaggi del nuovo progetto zerozerotoner

settebre 2008

Trasformare i rifiuti in un’opportunità.

È questo un esempio concreto, presentato
nel corso del seminario organizzato
da Csp a Ict Trade, di cosa voglia
dire navigare in un Oceano Blu. Si tratta
di una teoria elaborata da Renée Mauborgne
e W. Chan Chim, secondo la
quale la maggior parte delle imprese
oggi opera in quello che viene definito
Oceano Rosso, nel quale la competizione
è forte e le leve strategiche si chiamano
prezzo o pubblicità.
L’ideale è, invece,
spostarsi verso un Oceano Blu, vale
a dire verso scenari competitivi differenti.
In questo caso, l’Oceano Blu è rappresentato
dalla cartucce toner.
«Per
smaltire una cartuccia toner
– spiega
Massimo Perversi, che promuove l’iniziativa
attraverso ServiceLand – bisogna
compiere otto attività differenti. Tutti i
possessori di partita Iva sono tenuti a
smaltire il rifiuto esausto e non possono
assimilarlo ai rifiuti urbani. In questo
processo, il nemico numero uno è rappresentato
dalla burocrazia. Il secondo
è l’errore formale, nel quale è facile incorrere.
Fino a qualche tempo fa, la micro
raccolta dell’esausto veniva portata
avanti dalle cooperative sociali. Oggi
non c’è lo stesso interesse che si riscontrava
tempo fa, dal momento che è venuta
meno la possibilità di rigenerazione.
In questo scenario ha preso il via il
progetto zerozerotoner
».

In sintesi, il progetto consente di trasferire
la paternità del rifiuto. È un progetto
studiato per i rivenditori e distribuito in
esclusiva in Italia da Esprinet. «Garantisce
un margine minimo del 35%. Se calcoliamo
5 milioni di parite Iva, con un
abbonamento medio di 473 euro l’anno,
è facile calcolare il totale. E se un rivenditore
raccoglie 500 abbonamenti, nell’arco
di 5 anni si è portato in casa
1.400.000 euro a rischio zero
».
Concretamente,
le attività previste dalla normativa
per la gestione dell’esausto (dall’acquisto
del registro di carico e scarico
alla compilazione del Mud) vengono trasferite
con la titolarità del rifiuto a un
altro soggetto, in questo caso Berg, che
si occupa della loro gestione, mettendo i
rifiuti in silos che consentono la separazione
del 99% dei materiali recuperabili.
I vantaggi?
«La marginalità, l’esclusività,
l’assenza di resi, l’assenza di problemi
logistici
».
E non è poco.

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