La manifestazione organizzata da Snia si è chiusa con circa 1.500 partecipanti in rappresentanza di 28 Paesi. In evidenza il Green storage e il Risk management. Prossimo appuntamento a Roma il 30 novembre.
Francoforte. Il successo di SNW Europe 2007 conferma il refrain del successo
della comunicazione specializzata. Le fiere It generaliste stanno lasciando il
posto a manifestazioni di nicchia, organizzate da enti super partes (nella fattispecie
Snia) con meno partecipanti, ma con un focus verso un particolare tema.
SNW (Storage Network World) Europe 2007 quest’anno ha visto la presenza
a Francoforte di circa 1.500 delegati, in gran parte utenti finali e terze parti.
Il successo si deve in modo particolare ai seminari e alle case study che hanno
riscosso un notevole interesse da parte dei partecipanti, soprattutto quelli
a forte valenza formativa.
Del resto l’ente organizzatore – Snia (Storage Networking Industry
Association )– si fa da tempo promotore di corsi formativi nell’ambito
del networking e dello storage attraverso un programma di certificazione (il
prossimo appuntamento è previsto a Roma il 30 novembre).
Green storage e Risk management sugli scudi
I temi portanti della manifestazione sono stati Green storage e Risk management.
Il primo tema, molto di moda soprattutto negli Stati Uniti, parte da un dato:
i datacenter consumeranno nel 2007 circa 56 TWh con una previsione di arrivare
a 104 TWh nel 2020. Queste cifre preoccupano anche la Commissione Europea che
ha messo a punto una task force presieduta dall’italiano Paolo Bertoldi
con l’incarico di sviluppare una piattaforma per la riduzione dei consumi.
“Sia chiaro – aggiunge sornione Steve Duplessie , Senior
Analyst di ESG Group – molte aziende negli Stati Uniti si fanno paladine
del Green storage perché è un buon business, perché spesso
ci sono degli incentivi e perché il marketing negli Usa lo fanno bene.
Va anche detto che il consumo di energia di una tipica infrastruttura è
per il 20% appannaggio dello storage, per il 10% del networking e per il 55%
di server non core. Attualmente stiamo osservando il consolidamento di 10-50
sistemi in uno solo con conseguente esplosione del consumo relativo allo storage
(50%) e delle reti (40%). Per forza di cosa la server consolidation implica
network strage e di conseguenza più componenti e più consumo”
A sua volta, il Risk management va declinato in vari aspetti: non si tratta
infatti solo di cifratura o di sicurezza nell’accesso ai dati, ma anche
e soprattutto di gestione delle informazioni a 360 gradi. Nel 2006 la quantità
di dati a livello mondiale era pari a 161 exabyte. Nel 2010 le previsioni parlano
di 988 exabyte. “Fino a qualche tempo fa – ha spiegato
Andy Monshaw, general manager System Storage di Ibm – la crescita dello
storage era tutto sommato prevedibile. Adesso da un paio d’anni assistiamo
a una esplosione dei dati, soprattutto non strutturati, il che obbliga i manager
a definire delle infrastrutture “always on”. L’information
Risk management è anche questo”.
Le domande da porsi
Come si fa a gestire una mole di informazioni di questo livello? Ricette magiche
non ce ne sono, ma buone domande da farsi sì.
- Che tipo di media conviene usare?
- La mia infrastruttura è al passo col mercato, necessita di un refresh?
- Se il dato è cifrato, chi è in possesso delle chiavi?
- I sistemi sono pronti per la virtualizzazione?
- La strategia di backup è funzionale?
- Quanto “costa” l’infrastruttura di storage?
Ridurre i costi dello storage
L’ultimo punto è particolarmente interessante: molte aziende sono
convinte che i costi extra derivino dai media o dai sistemi via via installati.
“In realtà – spiega Marcus Schneider di Fujitsu
Siemens – i costi più rilevanti sono nascosti e riguardano
la gestione e il ciclo di vita del dato. Basti dire che l’80% delle informazioni
memorizzate non si sa da dove provengono e da chi vengono gestite. Prima di
comprare nastri, dischi, sistemi di storage è meglio fare un file assesment”.
Un altro modo per ridurre i costi legati allo storage è usare le soluzioni
di deduplicazione. Si tratta di un diverso approccio al problema della crescita
di dati: anziché memorizzare e archiviare ogni singola copia del file
(si pensi come esempio a una presentazione PowerPoint spedita via e-mail ai
colleghi), le copie ridondanti di backup vengono sostituite da una riferimento
alla singola istanza del dato. In genere si può stimare un tasso di compressione
fra 10 e 20, per cui 20 TB di dati possono occupare alla fine 1 TB.
Molti fornitori di storage array, Vtl (Virtual Tape Libraries) e applicazioni
di backup stanno fornendo soluzioni di deduplicazione. Ad esempio, proprio in
occasione dell’SNW Europe 2007, Overland ha annunciato l’appliance
Reo 9500D che va ad arricchire la piattaforma Vtl della società con il
software di deduplicazione di Diligent. Secondo quanto comunicato si può
arrivare a una tasso di compressione di 25 a 1.





