Lo storage in outsourcing

Multinazionale che produce e commercializza prodotti biomedicali per la cura di malattie croniche, Medtronic Italia (la corporate ha sede a Minneapolis) ha vissuto negli ultimi anni una forte espansione, al punto che oggi conta quasi 500 dipendenti (ne …

Multinazionale che produce e commercializza prodotti biomedicali per la cura di malattie croniche, Medtronic Italia (la corporate ha sede a Minneapolis) ha vissuto negli ultimi anni una forte espansione, al punto che oggi conta quasi 500 dipendenti (nel 1996 erano una settantina). Proprio tale crescita ha spinto la società (che vanta due sedi, Milano e Roma) ad affidare all’esterno la gestione di una copia dei dati provenienti dalle attività di vendita. «Durante la settimana – commenta Sergio Mezzadri, responsabile dei sistemi informativi, a capo di un gruppo di quattro persone -, produciamo più tipologie di nastri. Alcuni restano presso i nostri uffici, in armadi ignifughi, per preservarne l’integrità in caso di incendio. Nei weekend o nelle ore non lavorative avviene, invece, la creazione dei set di nastri destinati a essere custoditi al di fuori dell’edificio, per consentire il ripristino dei dati in caso di disastro. La policy aziendale per le filiali europee prevede, infatti, la realizzazione di un piano di disaster recovery preciso. La location deve essere a un minimo di 25 km di distanza dalla sede ed essere caratterizzata da determinati criteri di sicurezza: cassaforte, monitoraggio costante, personale in loco e accessibilità immediata da parte nostra nel momento in cui noi dovessimo farne richiesta».
Per raggiungere questi obiettivi, la società ha, quindi, iniziato una valutazione dei fornitori sul mercato. «In un primo periodo, avevamo pensato di occuparcene in modo diretto, ma ci siamo resi conto che portare avanti il compito con regolarità e secondo le direttive sarebbe stato complicato. A maggio 2007, dunque, è iniziata la ricerca di un’impresa che potesse garantirci un tale servizio». Per scelta, Medtronic ha preferito interpellare fornitori a lei già noti, tra cui Ecs, che è stata scelta «per la sua esperienza specifica e per il fatto che, fin da subito, ha capito le nostre esigenze – continua il manager -, offrendoci una soluzione customizzata. Come strategia aziendale, poi, prediligiamo aziende che possano offrirci continuità anche in altri ambiti o, comunque, garanzie a livello di struttura. Ecs funge da perno organizzativo, ma per la custodia in senso stretto dei supporti o per il loro trasporto si avvale a sua volta di partner. Noi ci limitiamo a produrre i nastri, circa sei ogni sette giorni su tecnologia Sdlt2, e a metterli a disposizione del corriere in una data prefissata della settimana».

Soddisfatto del risultato, Mezzadri associa il concetto di disaster recovery a quello di assicurazione: «Ogni impresa è libera di decidere quanto investire per la sicurezza dei propri dati. Noi abbiamo stanziato un budget che riteniamo adeguato per questo tipo di attività, nell’ordine di qualche decina di migliaia di euro. Con Ecs, poi, stiamo valutando anche un progetto di procurement di tutti gli strumenti It, tramite la formula del leasing operativo».

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