Cisco ha creato l’evento, annunciando il proprio primo prodotto di storage, il router Sn 5420. Ma altre aziende sembrano pronte a cavalcare la nuova onda tecnologica (agevolata dall’affermazione di iScsi), dagli specialisti di Brocade fino a Lucent.
Lo scambio di dati fra computer e sistemi di storage era sin
appannaggio di alcune aziende specializzate, ma l’arrivo di nuove
tecnologie, strettamente legate alla logica di comunicazione via
Internet, sta aprendo la porta a nuovi attori, in genere di
provenienza networking.
La tendenza è apparsa evidente allo Storage Networking World, in
svolgimento a Palm Springs (in California), scelto in prima battuta
da Cisco per annunciare il proprio primo prodotto in questo settore,
ovvero il router Sn 5420. Il prodotto consente ai dispositivi
progettati per reti Fibre Channel (oggi i più diffusi) di connettersi
ai server, comunicando attraverso comuni strumenti Ip. Il salto di
qualità appare sulla carta notevole, perché consente di eliminare le
restrizioni geografiche imposte dalle attuali architetture Fibre
Channel e, allo stesso tempo, risparmiare il denaro fin qui richiesto
per aumentare la capacità, visto che non è più necessario aggiungere
costosi link Fibre Channel. A ciò si può aggiungere la maggior
semplicità nell’implementazione dello storage in ambienti eterogenei.
L’Sn 5420, che costa 27mila dollari, fa leva sul protocollo iScsi,
che di fatto fa credere a un server di comunicare con il proprio hard
disk, mentre invece il dialogo avviene con un sistema di storage
allocato altrove su una rete Ip. Anche Ibm si è
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recentemente gettata; 000; A; 27-02-2001
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a capofitto su questo standard, il cui processo peraltro non è ancora
terminato. Cisco intende fare in modo che l’adozione dello storage su
Ip sia rapido, per cui ha stretto alleanze strategiche con vari
attori del settore, come Emc, Veritas e Brocade.
L’impegno di un big come Cisco potrebbe effettivamente accelerare la
transizione verso la nuova tecnologia, a discapito delle attuali
connessioni Fibre Channel, alla base delle configurazioni San. Ip è
certamente più costoso, anche se, di per sé, assorbe molta della
potenza di una Cpu, per la codifica e decodifica delle trasmissioni
(su Fibre Channel il lavoro è svolto da chip dedicati). Tuttavia,
cominciano ad arrivare schede di rete che possono rimuovere il collo
di bottiglia. Anche il gap della velocità si sta assottigliando, con
la tecnologia Ethernet a 1 Gbit/s, la quale fa sì che Ip viaggi
all’85% della rapidità offerta dalle trasmissioni Fibre Channel su
connessioni locali.
L’onda sollevata da iScsi e prontamente cavalcata da Ibm e Cisco sta
trascinando altri attori, specializzati e non. Brocade, per esempio,
che pure ha una tradizione consolidata nel Fibre Channel (80% di
quota di mercato nel midrange), ha annunciato la volontà di
supportare iScsi, oltre a rilasciare uno switch a 128 porte per il
mercato San high-end. Le due cose sono strettamente correlate, poiché
il futuro standard verrà supportato attraverso un’interfaccia pensata
proprio per lo switch SilkWorm 12000. La decisione di limitarsi alla
fascia alta dipende, secondo Brocade dal fatto l’uso di uno switch
per collegare San basate su Fibre Channel a Lan basate su Ip via
iScsi richiede ulteriore intelligenza nel dispositivo, per tradurre
naming, sicurezza e altri servizi fra i due protocolli.
Anche Intel ha deciso di spingere sulla rapida adozione di iScsi,
rilasciando alla comunità open source software che dovrebbe aiutare
le aziende a costruire sistemi di storage cheusino i comuni
componenti Ethernet. Il software comprende driver per schede di
interfaccia di rete Ethernet e switch, che girano sotto Linux. A
rafforzare il fronte Ip-oriented ha pensato Lucent, annunciando la
propria nuova tecnologia di storage networking, Fcip (Fibre Channel
over Ip), sostenendo che questa permetterà alle aziende di collegarsi
in modo economico alle San su linee locali e su altri tipi di linee.
Fcip opererà con il dispositivo OptiStar EdgeSwitch, per inserire i
dati storage Fibre Channel nei pacchetti Ip, che potranno essere
instradati attraverso una Wan (Wide Area Network) basata su Ip. La
tecnologia Fcip fa parte del grande progetto di Lucent per il lancio
di servizi hosted. Attualmente, l’azienda sta lavorando
sull’interoperabilità tra il sistema OptiStar EdgeSwitch, in rapporto
alla tecnologia Fcip e altri dispositivi di trasporto Lucent come il
sistema WaveStar Ols 1.6T system, un prodotto Dwdm (Dense Wave
Division Multiplexing) e il proprio router ottico Lambda.
Adaptec, infine, ha dichiarato di voler iniziare a rilasciare
adattatori host-bus iScsi già a partire dal trimestre in corso.





