L’Iva e il consumer che non va

In un mercato nel quale i consumi restano stagnanti, l’aumento delle aliquote Iva non è certo un incentivo. Anche quando il rivenditore se ne accolla l’onere.

Entrano in vigore da domani le nuove aliquote Iva.
Quelle introdotte in virtù dell’ultima manovra finanziaria.

Nuove aliquote che, inevitabilmente, finiranno per pesare sugli unici soggetti della supply chain che non hanno alcuna possibilità di applicare detrazioni o recuperi di imposta: gli utenti finali.

”Fate girare l’economia”, suggeriva qualche trimestre fa uno spot televisivo, incoraggiando i cittadini a comprare, per stimolare i consumi e rimettere in moto un meccanismo che qualcuno ancora immaginava virtuoso.
Ma il cittadino-consumatore evidentemente non ce la fa più a far girare una ruota sulla quale si vedeva costretto a salire. E si è fermato.

Gli effetti sono evidenti, tanto più se andiamo ad analizzare le stime per il comparto It nazionale rilasciate proprio in questi giorni da Sirmi.
Le imprese non investono, i consumatori non consumano.
E l’It mostra un segno meno convinto.
Di certo un punto percentuale un più sarà un disincentivo ulteriore alla spesa.
E non basterà certo la buona volontà di qualche retailer, che già si impegna ad assorbire l’onere d’imposta in più senza ribaltarlo sullo scontrino finale, a convincere il consumer ad aprire il portafoglio.

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