L’Itu vuole spingere sul VoiP

Il terzo forum mondiale sulle politiche delle telecomunicazioni dell’Itu (International Telecommunications Union) si è concluso con l’invito a spingere sullo sviluppo della telefonia su Ip. Secondo i partecipanti, infatti, questa soluzione prese …

Il terzo forum mondiale sulle politiche delle telecomunicazioni
dell’Itu (International Telecommunications Union) si è concluso con
l’invito a spingere sullo sviluppo della telefonia su Ip. Secondo i
partecipanti, infatti, questa soluzione presenta una flessibilità
tale da poter contribuire profondamente all’integrazione delle reti
telefoniche e dei dati.
Il grosso del dibattito si è svolto intorno a due questioni
principali. Innanzitutto, si è trattato di comprendere se le reti Ip
siano effettivamente meno costose di quelle commutate. Poi, ci si è
chiesti se occorra una regolamentazione sulla tecnologia e, in caso
affermativo, quando e secondo quali modalità. Sul primo punto, il
forum non ha dato grandi risposte, limitandosi a constatare che la
questione dei costi dipende da vari fattori, come lo stato
dell’attuale infrastruttura, l’accesso alla tecnologia Ip e la
disponibilità di conoscenze tecniche che permettano di implementarla.
Sul secondo tema, l’assenza di garanzie sulla qualità del servizio è
stata considerata come un punto cruciale per le istanze di
regolamentazione, che devono essere legalmente tenute a occuparsi
della qualità dei servizi vocali nei rispettivi paesi.
Dunque, il congresso dell’Itu non ha fornito risposte precise sulla
questioni fondamentali, ma sono comunque emersi quattro enunciati sul
tema della voce su Ip. Il primo è più che altro una dichiarazione di
politica generale che riguarda l’incidenza della telefonia Ip sui
paesi in via di sviluppo, i problemi finanziari da superare e gli
aspetti commerciali legati a questa tecnologia. Il secondo ha gettato
le basi di una collaborazione fra i membri dell’Itu, per meglio
adattarsi ai cambiamenti dovuti al salto tecnologico. Il terzo si
occupa delle risorse umane ed evoca soprattutto la mancanza di
personale qualificato, lasciando intendere di dover fare più leva
sulla formazione. L’ultimo stabilisce un programma di lavoro che
comprende numerosi studi volti a facilitare la transizione verso le
reti Ip.

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