L’Iraq, la guerra, l’incertezza dei mercati e i problemi strutturali di informatica e Tlc

Tutta colpa della guerra? Tante sono le logiche – o le non logiche – che portano alla stagnazione del mercato. Ma ora che del conflitto si intravede la fine, cambierà qualcosa?

17 aprile 2003 Come sarà il dopoguerra a Bagdad e nel mondo? Mentre in questi giorni le truppe angloamericane stanno raggiungendo lo scopo dichiarato e ufficiale del conflitto, vale a dire l’estromissione dal potere di Saddam Hussein e del suo partito, si inizia a riflettere su come saranno le condizioni del dopoguerra. Il primo auspicio è che si arrivi quanto prima a una cessazione definitiva delle ostilità e il secondo è che la politica riprenda in mano il corso degli eventi.
Per tutti coloro che cercano poi, legittimamente, di capire come sarà il mercato del dopoguerra occorre svolgere alcune riflessioni.
Il mercato in generale e quello informatico in particolare sono oggi in una fase di stagnazione, che è figlia del clima di profonda incertezza che per molti mesi ha avvolto la vita politica, civile ed economica. All’incertezza sulla eventualità del conflitto si è sostituita la certezza del conflitto, che però ha a sua volta generato una nuova incertezza, relativa alla sua durata. Non è mai entrata nel quadrante delle possibilità l’eventualità di una sconfitta delle truppe alleate, ma il rischio di una guerra lunga in alcuni momenti ha prevalso sul concetto di guerra lampo. Ora che la fine del conflitto sembra apparire all’orizzonte emergono nuove forme di incertezza, legate alle reazioni del mondo Islamico e dei Paesi mediorientali in particolare.
In questo contesto l’unica previsione che si può azzardare è che difficilmente potranno apparire all’orizzonte certezze in breve tempo. Il lavoro degli analisti, in effetti, non è mai stato così difficile come in questo momento. Coloro che guardano oltre la guerra in particolare ci fanno scoprire che i problemi dell’economia in generale e dei mercati informatici in particolare sono strutturali. Hanno, cioè, poco a che vedere con il conflitto e con i problemi politici e sociali che l’hanno generato.
Certo l’incertezza prima del conflitto e il conflitto stesso poi li ha aggravati ,ma le ragioni di fondo erano da ricercare altrove. BusinessWeek, per esempio, punta il dito sugli eccessi degli anni 90 che hanno portato allo sviluppo di una sovracapacità produttiva in molti settori dell’Hi-tech che avranno bisogno di tempo per tornare alla normalità. Il mondo dei produttori peraltro non è fermo, molti hanno adottato drastiche ristrutturazioni e molti hanno deciso di abbandonare i mercati “non strategici”.
Il panorama dell’offerta si sta riavvicinando alla realtà. Ma sul lato opposto, presso le aziende clienti, prevale ancora l’incertezza, la diffidenza e lo scetticismo. La forbice è ancora aperta e anche in questo caso la guerra c’entra poco. C’entra piuttosto il fatto che nel passato si è venduto tanto, in alcuni casi più del necessario e in alcuni casi si è venduto male. C’entra il fatto che nei momenti di abbondanza il Tco (Total cost of ownership) è un esercizio di stile, ma nei momenti di ristrettezze, come, per esempio, il 2003, il costo della tecnologia si fa sentire. C’entra il fatto che i budget informatici sono sempre più gestiti con criteri manageriali, tutti più o meno riconducibili al Roi (Return of investment). In base al quale ogni investimento deve produrre un ritorno misurabile.
E It e Tlc sfuggono ancora, per tanti motivi, a questi criteri di misurabilità. é poi illuminante quanto dichiarato dal Cio (Chief information officer) di una delle più grandi case farmaceutiche del mondo in merito ai budget informatici: “Abbiamo già speso tanto negli ultimi anni. Adesso dobbiamo mostrare i risultati di quelle spese”. E la sua non è una voce isolata. Il mondo dell’utenza guarda ancora con allarme agli anni 1999 e 2000 quando tra ciò che era urgente e ciò che era necessario si è finito con il premiare l’urgenza e si sono effettuati investimenti più orientati a “riparare” dei problemi (Anno 2000 ed euro) che a rilanciare la competitività delle imprese. é anche per questo che le società di ricerca hanno spostato in avanti l’appuntamento con la ripresa degli investimenti. Idc ha rivisto al ribasso il tasso di crescita 2003 dal già prudente 3,7% all’ancora più modesto 2,3% e rimanda il mercato esplicitamente al 2004.
Gartner ragiona sulle logiche commerciali e suggerisce ai responsabili dei sistemi informativi di affrettarsi a effettuare i loro acquisti nel 2003 perchè nel corso di quest’anno si riusciranno a ottenere ancora proposte allettanti tra produttori in forte competizione tra loro. Al contrario, dice Gartner, nel 2004 i prezzi aumenteranno. La ripresa prevista sarà contrassegnata da un sistema dell’offerta riequilibrato con un minor tasso di competizione e da un prevedibile ritorno all’aumento dei prezzi. Anche perchè, e su questo sia Idc, sia Gartner si trovano d’accordo, nel 2004 sarà diventato obsoleto il parco installato negli anni del boom ’99 e 2000 e molte aziende dovranno aggiornare i propri sistemi. Per tutto ciò serviranno investimenti.
Ma anche in questo caso non c’entra la guerra.
In conclusione il 2003 è un anno condizionato e come tale va vissuto. C’è la condizione guerra, la più importante e drammatica, che bisogna solo sperare possa finire al più presto. C’è poi la condizione scetticismo verso l’It, che in un anno a forti contenuti emotivi come questo può e deve essere affrontata in termini di rinnovo del “contratto di fiducia” tra fornitori e clienti. C’è poi la condizione budget limitati e si può affrontare pensando che non è indispensabile, come nel passato, continuare a proporre rivoluzioni o progetti strategici. Si può anche far funzionare al meglio quanto si ha in casa aggiornando tutto quanto può dare un effettivo vantaggio competitivo.

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