Linux sale verso le aziende

Il 1999 sarà probabilmente l’anno della verità per Linux, che, dopo il b oom di interesse degli ultimi mesi, dovrà verificare la propria credibilità come ambiente per il mondo enterprise. In questa direzione si muove la nuov …

Il 1999 sarà probabilmente l’anno della verità per Linux, che, dopo il b
oom
di interesse degli ultimi mesi, dovrà verificare la propria credibilità
come ambiente per il mondo enterprise. In questa direzione si muove la
nuova versione del sistema operativo, la 2.2.0, che l’inventore dell’Os
freeware Linus Torvalds ha teminato di mettere a punto e sta per presentare
agli sviluppatori. Mai come questa volta, tuttavia, la realizzazione è
frutto di un processo comunitario, grazie al contributo fornito in questi
mesi da molti interessati attraverso il Web, al punto che anche Microsoft
ha dovuto ammettere i vantaggi della programmazione collettiva. Va detto,
per amore di precisione, che, a dispetto della risaputa decentralizzazione
della comunità, Torvalds ha sempre mantenuto il controllo sugli sviluppi e
,
di conseguenza, sulla versione finale che sta per essere rilasciata.
La nuova release del kernel, che contiene, naturalmente, le funzioni-chiave
dell’ambiente operativo, amplia soprattutto le capacità di multiprocessing
,
gestisce in maniera più sofisticata hard disk multipli e agevola il setup
dei firewall. Dunque, evidente appare l’intento di interessare l’utente
della medio-grande azienda e non a caso, all’ultimo momento, è stato
aggiunto anche il supporto delle Visual Workstation di Silicon Graphics, da
poco presentate sul mercato, oltre alle estenzioni già attese verso le
piattaforme a 64 bit, a partire da Alpha e Sparc. Per queste realtà, si va
facendo indispensabile un ambiente in grado di lavorare su architetture ad
almeno quattro o otto processori.
Tra le altre novità attese, si segnalano il più esteso e agevole support
o
Raid, un’attenzione specifica alla sicurezza (la già citata configurabilit
à
semplificata dei firewall), un più rapido accesso ai file (è possibile
memorizzare nomi di file in una memoria cache ad alta velocità, saltando i
tempi d’attesa normalmente connessi al retrieve eseguito su hard disk), un
supporto hardware che si estende alle connessioni ad alta velocità (Fibre
Channel e Gigabit Ethernet) e al multimedia (audio e video), nonché, per
finire, una gestione della memoria che rende più efficiente il passaggio
dei dati fra unità centrale e dischi (swap file).
I distributori primari Linux, che essenzialmente rivendono il kernel con
altro software correlato e supporto annesso, hanno atteso con ansia la
disponibilità della release 2.2.0, ma procederanno con attenzione agli
upgrade. SuSe, ad esempio, sta per rilasciare una nuova versione del
proprio Os, che sarà solo "kernel 2.2 ready" e rimanderà a un aggiorname
nto
comunque agevole la definitiva integrazione. Red Hat procederà con maggior
tranquillità, per attendere che l’Os sia ben testato. Queste due aziende
hanno di recente rafforzato la propria presenza in Italia, attraverso la
distribuzione della bolognese Italsel. Caldera, il produttore di OpenLinux,
dovrebbe incorporare il nuovo kernel entro l’estate, per verificare al
meglio che tutte le componenti di propria produzione vi si adattino al
meglio.
Si amplia, nel frattempo, il gruppo di costruttori di "primo livello" che
arricchisce con Linux il portafoglio delle piattaforme supportate.
Hewlett-Packard e Tivoli, infatti, stanno pianificando l’estensione in
questa direzione dei propri prodotti di system management. La prima sta gi
à
sviluppando il porting del proprio OpenView e sta considerando
l’opportunità di offrire anche servizi di supporto a Linux. Ibm, invece,
sta morbidamente sviluppando la propria strategia di avvicinamento
all’ambiente, dapprima con estensioni per Db2 e Transarc e ora con gli
impegni presi da Lotus e Tivoli. La versione di Tme per Linux è già pron
ta
in laboratorio e non sembrano esserci, secondo i tecnici, ostacoli
particolari al rilascio pubblico, che forse arriverà verso fine ’99, dopo
verifica dell’esistenza di una specifica domanda di mercato.
Queste recenti prese di posizione si aggiungono a quella, già citata in
questa sede, di Compaq, che ha pronto il supporto a Linux per i propri
sistemi Alpha. Hp, di nuovo, guarda all’Os freeware per proporre alcuni
thin server, pensati per specifiche funzioni, con dotazioni minime di
hardware e software. Gli impieghi potrebbero spaziare dalla posta
elettronica alle reti private virtuali, dai servizi di directory al caching.
Sul piano dei potenziamenti applicativi, gli sviluppatori di "primo
livello" potrebbero dare il contributo di qualità che ancora serve per
spingere Linux verso l’enterprise. Caldera, per esempio, ha in programma di
rilasciare in marzo un prodotto acquisito in licenza da Timpanogas e
chiamato Fenris I. Questo software consente agli utenti di far girare file
system di Windows Nt e NetWare nativamente su server Linux. Chiara appare
l’intenzione di attirare verso quest’area utenti che hanno acquisito
familiarità in altri ambiti oggi di larga diffusione, ma sono interessati
ai vantaggi in termini di costi che offre la "scoperta" di Torvalds.
Tra le migliorie della versione 2.2.0, va segnalato anche il supporto del
file system Coda, ancora in fase di sviluppo presso i laboratori della
Carnegie Mellon University. Esso offrirà funzioni come il caching
persistente e un livello di sicurezza pari a quello dei file system di Nt e
NetWare. Coda è un altro dei prodotti che sarà diffuso via Internet,
probabilmente alla fine di marzo. I vantaggii che offre sono almeno tre: la
maggior velocità, determinata dalla memorizzazione in locale dei file
mentre sono in uso; l’affidabilità, perché gli utenti potranno
continuare a
lavorare anche se si perde la connessione; l’attenzione agli utenti mobile,
grazie a funzioni di caching e fail-safe, nonché di autenticazione via
Kerberos.
Sul fronte client, infine, è entrato in fase di beta test Gnome (Gnu
Network Object Model Environment), un’interfaccia di stile Windows, che
utilizza un ambiente di sviluppo object-oriented basato su Corba. é poi in
arrivo una Aplication Platform, curata da Berkeley System Design.

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