Il nuovo libro di Elserino Piol. Un manuale su cosa dovrebbe essere fatto per ridare slancio al sistema indsutriale
Chissà se anche questo libro, come si disse all’epoca per “Meritocrazia” di George Abravanel finirà sulla scrivania di qualche ministro. Se così fosse auguriamo miglior fortuna a Elserino Piol visto che non sembra che la lettura, se effettivamente c’è stata, del libro di Abravanel si sia poi tradotta in misure efficaci.
E sarebbe un peccato perché “Per non perdere il futuro” (Guerini e Associati, pp.190, 18,50 euro) è un manuale su come si dovrebbe fare innovazione in un Paese dove la classe politica non si è mai dimostrata particolarmente sensibile al tema.
Piol mette a frutto tutta la sua esperienza offrendo una visione sistemica dell’innovazione che è poi quello che considera il vero valore del libro.
“La tempesta prima o poi finirà” ha spiegato quello che è considerato il decano del venture capital in Italia in occasione della presentazione del libro, “e per l’Italia si riproporrà il problema della crescita”.
Questione insoluta da risolvere anche attraverso l’innovazione che deve essere un target continuo per chi fa impresa. E allora Piol ribadisce una serie di concetti che vanno dalla formazione, alla ricerca di talenti alla meritocrazia per arrivare alla creazione di un ecosistema che permetta lo sviluppo continuo dell’innovaqzione anche in Italia. Lo sviluppo del venture capital è, ovviamente, uno dei punti essenziali dell’analisi di Piol anche perché grazie al venture capital è possibile incentivare la nascita di nuove aziende che considera l’ambiente ideale per fare innovazione. Nonostante, come osserva, “oggi sia poco consono parlare di finanza” esiste anche una finanza buona utilissima per lo sviluppo delle aziende. Basta guardare cosa è successo in Francia dove il venture capital riveste un ruolo molto più importante rispetto all’Italia e poi c’è il caso di Israele del quale Piol ricorda le vicende del fondo Yozma.
L’autore, che negli anni ha parlato spesso con ministri e uomini politici, ricorda cosa bisogna fare per rendere l’Italia un Paese più confortevole per chi vuole fare impresa, ma riconosce che siamo di fronte a un momento difficile.
Per cambiare la situazione “ci vuole più di una legislatura” e l’Italia oggi non ha tempo. Oltre alla crisi economica la concorrenza internazionale incombe per questo “bisogna agire in parallelo iniziando a fare le cose a breve e creando un sistema per i tempi lunghi lavorando soprattutto sulla formazione”.
Quando l’Unione Sovietica lanciò lo Sputnik diede una scossa fortissima alla società americana. Aumentò l’impegno nella ricerca e anche le iscrizioni alle facoltà tecnico-scientifiche. Difficile per noi capire quale sarebbe la scossa giusta, ma è certo che il futuro rischiamo seriamente di perderlo. A meno che in questo bizzarro Paese a qualcuno non venga in mente di tradurre in realtà qualcuna delle numerose ricette indicate da Piol che nei suoi cinquant’anni di carriera ha inseguito per il mondo l’innovazione. Qualcuno è disposto a ascoltarlo?





