La Cgia di Mestre ha stimato l’aggravio che avrà sugli immobili strumentali la nuova tassa, destinata a sostituire l’Ici nel corrente anno. Meglio andrà a studi professionali e commercianti che pagheranno, rispettivamente, 949 euro e 569 euro.
Con l’introduzione dell’ Imu ogni impresa manifatturiera artigiana e
industriale si troverà a pagare quest’anno oltre 1.500 euro. Ad affermarlo è la
Cgia di Mestre, che ha curato uno studio sugli effetti
economici che l’Imu “provocherà” sui bilanci delle aziende italiane. Le cose
invece andranno un po’ meglio per gli uffici e per i negozi commerciali: per i
primi l’aumento medio in capo agli studi professionali sarà di 949 euro, per i
secondi il maggior prelievo che graverà sui commercianti sarà di 569
euro.
Ricordiamo che l’Imu, a partire da quest’anno, sostituirà l’Ici sugli immobili strumentali (vale a dire i negozi commerciali, i
laboratori artigianali, gli uffici e i capannoni industriali). Alla luce di
questo cambiamento legislativo, l’associazione mestrina ha voluto capire quale sarà
l’eventuale aumento/diminuzione delle tasse per le imprese proprietarie
degli immobili in cui vengono svolte le attività imprenditoriali.
Per fare questa comparazione, la
Cgia di Mestre, ha ipotizzato che nel 2012 l’aliquota Imu, applicata
agli uffici, ai negozi commerciali o ai capannoni produttivi presenti su tutto
il territorio nazionale, sarà del 7,6 per mille (cosi come previsto dal decreto sul federalismo fiscale). Per l’Ici, invece, si è
deciso di far ricorso all’aliquota media nazionale applicata dai Comuni nel
2009, ovvero il 6,4 per mille. Inoltre, si è tenuto conto anche della
rivalutazione dei coefficienti moltiplicatori che verranno applicati alle
rendite catastali che, per effetto del decreto “salva-Italia”, sono passati da
34 a 55 per i negozi e le botteghe, da 50 a 80 per gli uffici e gli studi
privati, da 100 a 140 per i laboratori artigianali e da 50 a 60 per i capannoni
industriali e gli alberghi.
L’applicazione dell’Imu, rispetto alla situazione odierna, darà quindi
luogo a un aggravio della tassazione su questi immobili per un valore
complessivo di 1,57 miliardi di euro (pari a un aumento medio per ciascuna
azienda di 1.159 euro l’anno) così
suddiviso: 219,5 milioni di euro in capo ai negozianti (aumento pro azienda
pari a 569 euro); 262 milioni di euro tra i liberi professionisti (+949 € per
ciascun proprietario); 1,09 miliardi di euro tra gli industriali e gli
artigiani (incremento annuo per ciascun imprenditore pari a 1.566 euro).





