L’Ict italiana? Solo un +1,5% Lo spiega Assinform

Tra i fattori di crescita per il 2005: l’integrazione degli applicativi il rinnovamento del parco installato il mobile business la sicurezza la digital consumer l’e-government

Il mercato mondiale ed europeo dell’Ict sono in accelerazione. Peccato
che non si possa dire la stessa cosa dell’Italia. Secondo l’annuale
consuntivo del Rapporto Assinform (Associazione dei produttori di settore),
nel 2004, il nostro Paese ha realizzato in ambito Ict un +1,5% (pari a 61,180
miliardi di euro) rispetto a un +5,9% della media mondiale e a un +3,4% dell’Europa.
Presentando i dati, Giancarlo Capitani, amministratore delegato
di NetConsulting (che elabora da anni il Rapporto) ha sottolineato che sono
diverse le chiavi di lettura che si possono dare a seconda dell’area geografica.

I 2.443 miliardi di dollari raggiunti dal mercato dell’Ict mondiale (pari
al 7% del Pil) sono frutto del buon andamento negli Usa e del boom di Cina e
India. Guardando più in dettaglio alcuni indicatori, si osserva un notevole
incremento di apparati e sistemi, tipico dei settori di massa: nel 2004, per
esempio, sono stati venduti 650 milioni di cellulari e 173 milioni di pc. Analizzando,
nello specifico, il mercato It, Capitani ha osservato che gli Usa sono cresciuti
del 4,4% (grazie anche ai forti investimenti in tecnologie militari), mentre
il Giappone ha avuto un buon andamento nel primo semestre e un calo nel secondo,
per cui la media è stata del 2,4%. In Europa, a fronte di un Regno Unito
cresciuto del 3,2%, fa riscontro una Germania che si deve accontentare di un
+1,4% e un’Italia che rimane, invece, negativa (-0,4%).
Gli aspetti positivi del settore sono dati dall’hardware, in forte recupero
rispetto a un -5,6% del 2003, che ha chiuso con un +1%. Il software, invece,
è risultato in fase calante (+0,4% contro un +2,2% del 2003), mentre
i servizi hanno ridotto il trend negativo (-1,2% contro un -4% di un anno prima).

Il recupero dell’hardware (che ha pesato per 5.124 miliardi di euro), è
in gran parte dovuto al rimpiazzo tecnologico, avviato dai processi di razionalizzazione.
I pc sono cresciuti in unità del 16,7% (per un totale di 3.620 milioni),
i server midrange del 10,9% (22.650 unità), come pure i Mips (+15,5%).
Valori negativi per workstation (-8,9%) e stampanti (-3,3%). Purtroppo, come
ha evidenziato Capitani, non c’è corrispondenza tra crescita in unità
e quella in valore: sotto questo aspetto, i pc sono aumentati solo del 2,5%
e i mainframe dell’11,4%, tutti gli altri prodotti sono risultati negativi.

In ambito storage, inoltre, il prezzo è in media diminuito del 40%, mentre
per le stampanti è in aumento la vendita dei sistemi multifunzione. All’interno
dell’area pc si è evidenziata la continua ascesa dei portatili (+34,5%
in unità, pari a 1.465 milioni) e il recupero dei desktop (+7,3%). A
questi risultati ha contribuito in modo significativo il consumer (+22,1%),
che si è dimostrato più dinamico dell’area business (+15,2) e
sempre più propenso ad acquistare presso la Grande distribuzione, mettendo
in difficoltà i canali tradizionali che non riescono a fare economie
di scala.
Il consumer è la vera novità emersa nel 2004, il cui aumento della
propensione alla spesa è anche spiegato dal boom dei crediti al consumo.
«Le famiglie hanno un comportamento più innovativo di quanto non
lo abbiano le imprese» ha sottolineato Capitani. Il mercato del software
(che ha raggiunto oltre 4 miliardi) è aumentato solo nel comparto del
middleware (+3,7%), grazie a interventi sull’infrastruttura e ai progetti di
sicurezza, mentre il software di sistema è sceso a un -0,5% (da un +2,5%
del 2003), evidenziando che il problema della pirateria è ancora molto
presente, ma che sta anche avanzando la penetrazione dell’open source.
All’interno dell’area servizi (-1,2%) le voci positive sono risultate la system
integration (+1,5%), l’outsourcing (ma solo con +1%), la consulenza (+0,8%)
e i sistemi embedded (+0,3%), mentre in profondo rosso è precipitata
la formazione (-6,2%) a conferma che nelle aziende si spende sempre meno per
il rinnovo delle competenze.
E le Tlc? In Italia sono cresciute del 2,4%, ma molto è rappresentato
dalle Tlc mobili che hanno sorpassato le fisse (19.797 miliardi). Riguardo le
attese dell’anno in corso, Capitani ha affermato che il 2005 sarà
un periodo di transizione, durante il quale accadranno dei fatti positivi per
l’It e altri meno. Tra i positivi ha citato il consolidamento e l’integrazione
degli applicativi, il rinnovamento del parco installato, il mobile business,
la sicurezza, la digital consumer, l’e-government e la ripresa a investire
delle medie imprese. Tra i fatti negativi, le Pmi, che continuano a non innovare,
la cautela negli investimenti, il downpricing e la concentrazione e il riassetto
dei fornitori.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome