Liberi di essere liberti

Se il malware ci segue anche in macchina.

La libertà non è uno spazio libero, è partecipazione.
Lo cantava
Giorgio Gaber, grande artista cui il Comune di Milano ha finalmente titolato una
via.

Va bè, si tratta di un terminale senza uscita di una strada della
periferia sud, ma meglio che niente.
E poi Gaberscik è in buona compagnia:
Fabrizio De Andrè è nella parallela.

Comunque: libertà è partecipazione.


Cos’è questa storia che io posso avere un dispositivo informatico esente
da quei problemi che oramai assillano il normale computer di lavoro?
Perché
mai dovrei poter isolarmi da questo mondo malato, anche solo per un momento per
mezzo di un banale navigatore satellitare, con cui appunto poter trovare via
Gaber?

Nossignore, anche a lui i suoi bei problemi di virus e
quant’altro. È un suo “diritto” scambiarsi malware con pc e portatili, è un
diritto nostro a non sentirci esclusi dal mondo.

Magari la notizia che
il malware ha invaso anche i dispositivi informatici a bordo delle macchine non
è così nuova.

A noi è giunta alle orecchie da poco.
Ma non si sono
nemmeno inorridite.
Sembrava che se l’aspettassero.

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