Ciao a tutti, sono Vincenzo Lomonaco, ricercatore e docente all’Università di Pisa Nella puntata di oggi parliamo di un argomento un po’ più insolito e particolare.
Cercheremo di capire quanta intelligenza artificiale c’è in uno smartphone, in un telefono moderno e quanto di questa tecnologia è apprezzata, compresa e desiderata dai suoi utenti.
Cominciamo subito e scopriamolo insieme in questa puntata di Le Voci dell’AI.
L’evoluzione dello smartphone è stata a dir poco straordinaria, trasformandosi da semplici telefoni cellulari a dispositivi multifunzionali potentissimi.
Tutto è iniziato nel 1992 con l’IBM Simon, il primo telefono a combinare chiamate ma anche email e un touch screen.
Nel 2007 il vero game changer è stato l’iPhone di Apple, che ha rivoluzionato il settore introducendo un’nterfaccia touch intuitiva, la navigazione su Internet e, la cosa più importante, un ecosistema di applicazioni di terze parti che ha definito gli standard moderni del settore.
Android ha fatto il suo debutto nel 2008 democratizzando, invece, l’accesso alle funzionalità smart su una gamma più vasta ed eterogenea di dispositivi.
Oggi gli smartphone integrano tecnologie avanzatissime, processori potenti che competono con i computer, fotocamere ad alta risoluzione capaci di catturare immagini professionalii, il 5G che offre connessioni ultraveloci aprendo nuove frontiere per la realtà aumentata, il cloud gaming e l’internet delle cose.
Questi dispositivi condensano quindi tantissime tecnologie che spaziano dall’elettronica avanzata alla programmazione complessa, rendendoli strumenti ormai indispensabili alla vita moderna, dal lavoro all’intrattenimento.
Lo smartphone non è più solo un telefono, ma un simbolo di innovazione continua e integrazione tecnologica.
In questo contesto non possiamo infatti che aspettarci un uso massiccio della tecnologia più rivoluzionaria degli ultimi decenni: l’intelligenza artificiale.
L’uso dell’AI negli smartphone moderni rappresenta uno dei progressi più significativi della tecnologia mobile, rendendo questi dispositivi strumenti sempre più intelligenti e soprattutto personalizzati.
L’introduzione dell’AI nei telefoni ha preso piede con l’avvento degli assistenti virtuali come Siri di Apple nel 2011 e Google Assistant nel 2016, capaci di comprendere e rispondere al linguaggio naturale, trasformando il modo in cui noi stessi interagiamo con questi dispositivi, quindi attraverso il linguaggio invece che con l’interazione fisica.
Oggi gli smartphone utilizzano l’AI per molti altri scopi, anche, dalla fotografia avanzata alla sicurezza, dall’efficienza energetica alla personalizzazione dell’esperienza utente.
In fotografia l’AI analizza automaticamente le scene ottimizzando i parametri come esposizione, colore e nitidezza. Funzionalità come il ritocco in tempo reale, la modalità notturna, il riconoscimento di volti sono gestite da algoritmi di AI che apprendono dalle immagini già presenti nella nostra galleria.
Sul fronte della sicurezza, l’AI è alla base di tecnologie come il riconoscimento facciale e le impronte digitali, garantendo un accesso rapido ma anche sicuro allo smartphone.
Inoltre, l’intelligenza artificiale contribuisce al miglioramento delle prestazioni attraverso la gestione intelligente delle risorse e in questo contesto, i processori con acceleratore, come il Neural Engine, il processore di intelligenza artificiale integrato di Apple, o il Tensor di Google ottimizzano il consumo energetico migliorando la durata della batteria e accelerando le operazioni più complesse.
L’AI gioca un ruolo cruciale anche nella personalizzazione: gli smartphone apprendono le abitudini degli utenti per proporre suggerimenti più pertinenti, come le applicazioni da aprire, le notifiche da filtrare o persino itinerari di viaggio.
Sul lato comunicativo, i modelli di linguaggio più avanzati migliorano i sistemi di traduzione, rendendo possibile una comunicazione fluida tra lingue diverse in tempo reale e gli algoritmi di AI sono anche alla base della correzione automatica e del completamento predittivo dei testi che immettiamo attraverso la tastiera virtuale, facilitando quindi la scrittura.
In ambito di salute e benessere l’AI utilizza i sensori integrati negli smartphone, i wearable device che utilizziamo come gli smartwatch, per monitorare l’attività fisica, la frequenza cardiaca e i livelli di stress, fornendo consigli personalizzat.
L’AI supporta ovviamente anche l’intrattenimento, dai suggerimenti sui contenuti in streaming basati sulle preferenze dell’utente al miglioramento del gaming attraverso grafiche ottimizzate e la riduzione della latenza con il 5G.
Infine, la sicurezza dei dati beneficia dall’uso dell’intelligenza artificiale attraverso la rilevazione di malware e comportamenti anomali sospetti, proteggendo quindi la privacy dell’utente.
In sintesi, l’intelligenza artificiale degli smartphone non solo ottimizza le funzionalità del dispositivo, ma lo trasforma in un assistente personale avanzato, integrando tecnologia, ma anche intelligenza per migliorare ogni aspetto della nostra vita quotidiana.
In questa immagine vediamo un sondaggio di YouGov relativo alle opinioni dei consumatori e degli utenti riguardo le funzionalità di intelligenza artificiale sugli smartphone, evidenziando una gamma di percezioni e sensibilità positive, neutre e negative.
La maggioranza, il 77%, ritiene che avere una buona connessione ovunque ci si trovi sia più importante rispetto all’implementazione di nuove funzionalità di AI. Il 63% concorda comunque che tali funzioni aiutino a risparmiare tempo, mentre il 60% vede l’AU come un mezzo per le aziende per raccogliere dati personali.
Un 44% afferma di voler utilizzare l’AI per semplificare la propria vita, mentre solo il 39% ritiene che gli smartphone diventeranno inutili senza l’intelligenza artificiale in futuro.
Circa il 38% teme che queste funzionalità possano ridurre la durata della batteria e una parte significativa, il 28% esprime avversione addirittura all’idea che l’AI sia presente sugli smartphone, mentre il 24% considera queste funzionalità una moda passeggera.
Tuttavia, è bene sottolineare come solo il 18% le ritiene una perdita di tempo e dichiara che non le utilizzerà.
Questo studio riflette dunque sentimenti molto contrastanti al momento.
Se da un lato molti utenti riconoscono i benefici dell’AI, dall’altro emergono preoccupazioni legate a privacy, durata della batteria e utilità futura.
Le opinioni neutrali o incerte, i colori che vediamo verdi e grigi evidenziano uno spazio per maggiore informazione e educazione su questo tema.
In questo grafico invece vediamo rappresentato un altro sondaggio di YouGov sulle marche di intelligenza artificiale, I brand con maggiore riconoscibilità da parte del pubblico.
ChatGPT domina la classifica con il 63% di notorietà, seguita da Google Gemini – 40%, Copilot 32% e Samsung Galaxy AI sempre con il 32.
Altri brand noti includono Apple Intelligence – 26%, DALL•E – 14%, MidJourney – 9% e Claude – 6%.
Una parte significativa degli intervistati, comunque, non conosce nessuno di questi nomi, il 13% e o non sa cosa sia l’intelligenza artificiale: ben il 10%.
La maggiore notorietà di ChatGPT può essere sicuramente attribuita al suo rilascio al pubblico ampiamente pubblicizzato e tra i primi e alla sua accessibilità, comunque gratuita, che lo ha reso un punto di riferimento per l’intelligenza artificiale conversazionale.
Anche Google Gemini beneficia della fama di Google e dell’infrastruttura di Google, azienda leader nel settore tecnologico e nel web, mentre Microsoft Copilot e Samsung Galaxy AI sfruttano l’integrazione dei loro ecosistemi di prodotti come Office e lo stesso smartphone.
Apple Intelligence, nonostante il prestigio del marchio, mostra un riconoscimento inferiore, probabilmente a causa di una comunicazione meno mirata sulla parte squisitamente conversazionale.
Le soluzioni, infine, come DALL•E, MidJourney e Claude, sono più di nicchia o focalizzate alla generazione di immagini, quindi risultano meno conosciuti, riflettendo questo utilizzo più specifico, e un marketing meno aggressivo.
Bene, in questa puntata abbiamo discusso di quanta intelligenza artificiale c’è all’interno di uno smartphone d’oggi e di quanto spesso, magari anche senza saperlo, la usiamo nella nostra quotidianità.
È chiaro che, essendo diventato lo smartphone il punto di accesso principale a Internet, al web, esso risulta anche uno dei principali catalizzatori delle soluzioni digitali al servizio degli utenti del futuro.
Quindi non possiamo che aspettarci sviluppi significativi in questo ambito, con applicazioni smartphone sempre più intelligenti, adattive e personalizzate, così come dispositivi efficienti ed efficaci nel soddisfare al meglio le nostre esigenze, offrendo una piattaforma di espansione creativa della nostra intelligenza priva di ogni possibile frizione.
Ciao e alla prossima puntata di Le Voci dell’AI