La Commissione europea si appresta a verificare eventuali discriminazioni nei confronti dei lavoratori transfrontalieri analizzando le disposizioni in materia fiscale delle singole nazioni.
Nell’Ue ci sono oltre 1,2 milioni di
persone che esercitano una professione a livello transfrontaliero. I
salari lordi versati ai lavoratori stagionali e transfrontalieri nel 2010
ammontavano a 46,9 miliardi di euro.
La mobilità dei lavoratori è un pilastro della
crescita e dell’occupazione in Europa, ma gli ostacoli fiscali sono uno dei
principali elementi che dissuadono i cittadini in cerca di un posto di lavoro
in un altro Stato membro.
Perciò nel corso del 2012 la Commissione europea
eseguirà una valutazione approfondita dei sistemi nazionali delle
imposte dirette per determinare se penalizzano i lavoratori che vivono in uno
Stato membro e lavorano in un altro.
Se dovessero emergere discriminazioni o
violazioni delle libertà fondamentali dell’Ue, la Commissione le segnalerà alle
autorità nazionali e insisterà affinché vengano apportate le necessarie modifiche.
Se i problemi persisteranno, la Commissione adotterà procedure di infrazione
contro gli Stati membri in questione.
Cosa farà la Commissione europea
Nell’ambito dell’iniziativa la Commissione
verificherà se i cittadini che percepiscono gran parte del loro reddito in un
altro Stato membro sono tassati in misura superiore rispetto ai cittadini di
quello stesso Stato membro: verificherà che tutte le detrazioni personali e
familiari a disposizione dei residenti siano in pratica disponibili anche per i
non residenti.
Ma controllerà anche se gli Stati membri operano
distinzioni tra i propri cittadini e i cittadini di altri Stati membri che
lavorano occasionalmente nel loro territorio, in particolare per quanto
riguarda il diritto a detrarre le spese e l’applicazione delle diverse aliquote
d’imposta.
La Commissione non analizzerà solamente la
situazione dei lavoratori dipendenti ma anche quella dei lavoratori autonomi e
dei pensionati.





