Le spese fisse frenano i consumi extra

Uscite incomprimibili e perdita del potere d’acquisto pesano sempre più sulle famiglie italiane: i dati nella ricerca sui consumi di Censis-Confcommercio

Le spese incomprimibili (affitti, utenze, carburante e trasporti) e la perdita del potere d’acquisto salariale pesano sempre di più sulle famiglie italiane. Questo, in sintesi, è il risultato poco confortante emerso dallo studio sui consumi Censis-Confcommercio, relativo al quarto trimestre 2007, con le previsioni per il primo trimestre del 2008.
Secondo i dati, aumentano i pessimisti che passano dal 31,7% al 39,9% (2006 su 2007) e aumenta di 5 punti la percentuale di coloro che prevedono di spendere di meno.

Diminuisce in modo consistente l’indice di propensione al consumo delle famiglie, che passa da 2,52 a 2,34 tra il terzo ed il quarto trimestre del 2007. Il problema maggiore – legato a diversi aspetti, come le spese obbligate, la percezione dell’inflazione, la ridotta fiducia sulle possibilità d’incrementare redditi, consumi e risparmi – riguarda proprio le prospettive.

Stasi dei consumi
L’indicatore sintetico di propensione al consumo del quarto trimestre 2007, ponderato per la qualità delle risposte – cioè distinguendo se una crescita dei consumi dipende da maggior reddito o da maggiori spese obbligate – si riduce notevolmente passando da 2,52 a 2,34 tra il terzo ed il quarto trimestre del 2007, posizionandosi ai livelli minimi dell’anno. Un altro elemento critico è che questa riduzione è omogenea su tutto il territorio nazionale. Oltre la metà delle famiglie intervistate ha dichiarato di avere incrementato, seppur di poco, le proprie spese, ma solo il 25% di queste si è concessa qualche spesa extra.

Questo significa un aumento delle spese incomprimibili, che indica una crescita reale assai lenta dei consumi e il deterioramento del clima di fiducia nel futuro. Le prime voci di spesa corrente sono l’affitto o il mutuo (che riguarda tuttavia meno del 30% delle famiglie), alimentari, utenze domestiche, trasporti pubblici e, a seguire, abbigliamento e spese mediche. Tra le spese straordinarie, invece, ai primi posti figurano l’acquisto di un Pc o altro hardware, gli interventi straordinari di manutenzione dell’abitazione, i viaggi e l’acquisto di un nuovo elettrodomestico.

Cresce l’inflazione percepita
Le categorie di spesa per le quali molte persone intervistate ritengono siano aumentati i prezzi nell’ultima parte dell’anno, sono soprattutto trasporti, carburante, utenze domestiche e alimentari. Rispetto alla rilevazione effettuata nel terzo trimestre 2007, nel quarto la percentuale di famiglie che ha segnalato un aumento dei prezzi, come nel caso del carburante (ben il 94% degli intervistati), è notevolmente cresciuta. I pessimisti (quasi il 40% degli intervistati) sono cresciuti di oltre 8 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2006 (31,7%) e di quasi 4 punti percentuali sul terzo trimestre del 2007 (36,3%). L’effetto di tale andamento sull’indice parziale del clima di fiducia, calcolato da Censis e Confcommercio, è di un forte ridimensionamento: è risultato pari a 3,10 nel quarto trimestre, a fronte del 3,21 dei tre mesi precedenti. Si tratta di uno dei valori più bassi dal 2005.

Previsioni di spesa al ribasso
Quasi il 40% delle famiglie intervistate ritiene di dover incrementare i propri livelli di spesa nei primi mesi del 2008, ma aumenta di 5 punti la percentuale di coloro che prevedono una riduzione. Sulla base delle informazioni disponibili e delle precedenti rilevazioni, ciò potrebbe tradursi in un leggero incremento in valore dei consumi. Pesa negativamente l’idea della progressiva perdita di potere d’acquisto, come si è verificato per molti consumatori negli ultimi mesi a causa della perdurante stagnazione delle retribuzioni reali. Tra le principali spese previste figurano l’abbigliamento e le calzature, anche per effetto delle vendite in saldo, la cura personale, palestra e attività fisica, libri scolastici e formazione.

Fonte: Censis – Confcommercio

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