Le onde

La carica emozionale dei nuovi dispositivi si esaurisce in fretta.

Parliamo di sensazioni. Sembra essersi affievolito d’un colpo l’entusiasmo attorno all’iPad e ai dispositivi affini.
L’argomento in grado di tenere desta l’attenzione pare essere solo quello del prezzo, come accade per qualsiasi prodotto giunto a maturità (circostanza non vera per i nuovi tablet).
Se ne trae che l’onda emozionale dei nuovi strumenti sia corta: si fa da parte, quasi consapevolmente, per lasciare spazio a un’altra.

Se ciò da una parte stupisce, dato il potenziale di intelligenza che c’è dietro qualsiasi dispositivo di nuova generazione, dall’altro restituisce una corretta dimensione al fenomeno, cioè porta, o dovrebbe portare, a concentrarsi in silenzio sui reali utilizzi degli strumenti.

Così ci si appresta a ricevere un’altra infornata di tecnologia per il quotidiano. E non sono spiccioli. Interessante in merito l’intervento di Chris Nuttall sul blog tecnologico del Financial Times, che riporta alcune innovazioni viste alla International Solid-State Circuits Conference di San Francisco, una quattro-giorni dedicata ai sistemi integrati sui chip che si chiude oggi e che viene pittorescamente definita “un alto concentrato di nerd (ossia di fanatici dell’It e della ricerca scientifica in genere).

Si parla dell’arrivo di smartphone sensibili all’espressione gestuale, non tattile. Texas Instruments ha spiegato come i telefoni dotati di un processore (il suo venturo Omap4), un software specifico e una microcamera apposita, possano riconoscere i gesti e tradurli in comandi, come lo spostarsi avanti e indietro, il selezionare un oggetto. Facile immaginare che una capacità del genere possa essere captata anche dal mercato del gaming, proseguendo il filone inaugurato da Nintendo.
All’imminente Mobile World Congress di Barcellona la prossima puntata della saga evolutiva, consapevoli che non sarà l’ultima, ma solo incerti sulla durata dell’onda di stupore che genererà.

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