Pubblicato il rapporto Pmi 2007 di Unioncamere e Istituto Tagliacarne
Per essere competitivi bisogna fare massa e mettersi in rete. La competizione sui mercati internazionali spinge infatti molte imprese a cercare collaborazione. E’ una delle indicazioni del Rapporto Pmi 2007 realizzato da Unioncamere e Istituto Tagliacarte, secondo il quale le imprese del manifatturiero, il 97,8% delle quali ha meno di cinquanta addetti, mostrano segnali di una sensibile ripresa. A dare indicazioni positive sono soprattutto le imprese del Nord, quelle distrettuali, e più in generale le imprese che hanno relazioni con altre imprese, quelle di medie dimensioni, quelle della cosiddetta “Middle class” (ovvero la piccola impresa con caratteristiche di media impresa) e le imprese esportatrici. Al contrario, presentano ancora performance deboli ed in alcuni casi negative le imprese con meno di nove addetti, quelle del Mezzogiorno, quelle orientate soprattutto sul mercato domestico e le imprese “isolate”.
A livello settoriale, andamenti favorevoli mostrano la chimica, la produzione in metallo, la meccanica e l’elettronica e mezzi di trasporto. Sfavorevoli risultano, invece, le stime provenienti dalle imprese del tessile e dell’abbigliamento (seppure in recupero per il 2007) accompagnate dall’ottima performance del comparto alimentare sul fronte delle esportazioni nel biennio 2006-2007.
Il Rapporto stima che le imprese manifatturiere della “Middle class” siano circa 20 mila (nel 2005 erano circa 15mila) e cioè il 3,7% dell’universo delle imprese (nel 2005 rappresentavano il 2,8%) con meno di 249 addetti e con una presenza interessante anche nel Mezzogiorno.
Queste imprese sono meglio distribuite sul territorio rispetto alle medie imprese, anche se la presenza nel Nord del Paese è numericamente molto più forte che nel Centro (14,9% del totale) e nel Mezzogiorno (9,7% del totale). Da un punto di vista settoriale i comparti di maggiore presenza della Middle class sono il meccanico (18,1% del totale), il tessile-abbigliamento (14,7%), la lavorazione prodotti in metallo (12,8%), elettronica-mezzi di trasporto (10,7%) e pelli, cuoio e calzature (10,1%).
“Dal Rapporto Pmi 2007 – sottolinea il presidente di Unioncamere, Andrea Mondello – giunge conferma dei profondi processi di ristrutturazione e riposizionamento in atto nel nostro sistema imprenditoriale. E’ in atto una selezione darwiniana all’interno del sistema delle imprese, la più feroce degli ultimi otto anni. Si tratta di un processo doloroso ma che avrà probabilmente effetti positivi nel medio-lungo periodo. Ribadiamo però l’allarme già lanciato nel luglio scorso: le piccole imprese e il Mezzogiorno sono in difficoltà. Lo strappo nello sviluppo non sembra ridursi; anzi, aumenta il gap tra aziende medio/grandi e piccole e tra Nord e Sud.
Il nostro Paese – ha aggiunto Mondello – ha un grande patrimonio da tutelare: è la piccola impresa diffusa sul territorio, fonte di occupazione e reddito per milioni di italiani. Ma questa impresa, condotta da veri eroi dello sviluppo, può anche essere il tallone d’Achille del Sistema Paese perché i ‘piccoli’ hanno maggiori difficoltà a competere sui mercati internazionali, a fare ricerca, a introdurre innovazione. Ecco perché le ‘reti’, le filiere, i distretti sono importanti e possono dare un valido aiuto al superamento del nanismo imprenditoriale. Per il presidente di Unioncamere, infine, “emerge poi ancora una volta il forte dualismo economico e sociale tra Centro/Nord e Mezzogiorno. Rispetto alla ripresa dell’economia meridionale – e non mi stancherò mai di ripeterlo – sono due i presupposti indispensabili: lo sviluppo delle infrastrutture ed il recupero del pieno controllo del territorio”.





