Le banche si aiutano innovando la funzione pagamenti

La ricetta è di Value Team Finance, che per farlo punta su Java, Soa e nuove competenze, con un forte senso programmatico

Value Team Finance è una nuova azienda del gruppo Value Partners, attiva dallo scorso giugno, che si occupa del reengineering dei sistemi legacy delle banche. È guidata da Salvatore Borgese ed è fatta da un centinaio di persone, trenta delle quali impiegate in attività di consulenza.

Al momento è impegnata a innovare l’area dei pagamenti delle banche, quella toccata dalla Sepa. Per farlo, secondo Borgese, «bisogna rivedere i sistemi in ottica di efficienza dei costi e per questo va seguita la strada dei sistemi aperti, che sappiano accorciare la catena».

In questo la Soa (Service oriented architecture) manifesta la sua grande utilità: per Borgese «non è solo una tecnologia, ma anche un aspetto con forti riflessi culturali e di evoluzione delle competenze». Per Vt la strada che devono seguire le procedure è quella di Java. Il legacy, per definizione, è vecchio e se ne sono accorti tutti, mentre le applicazioni di front end sono più aperte.

«La nostra scelta è più integralista – ha detto Borgese -. Il cambiamento deve essere generale, e deve anche avvenire in seno al dipartimento It».

La società del gruppo Value Partners ha già un software, VtPie, validato dal Dipartimento di Informatica dell’Università di Torino: una soluzione Java su architettura Soa per la gestione delle aree dei pagamenti, incassi e servizi multidivisa nelle banche.

La soluzione più che un prodotto è un programma: secondo Borgese la “torta” (VtPie) del sistema informativo delle banche può essere, fetta per fetta, rifatta.

VtPie consta di un modulo kernel su cui sono installati i verticali per le operazioni (bonifici, incassi, multidivisa).

Una spinta forte viene dal mercato, anche da quello del lavoro: Java ti consente di cambiare le competenze e anche di risolvere il problema dello skill shortage relativo alla gestione mainframe.

Comunque la leva più importante è quella business: con la crisi che ha colpito gli impieghi, le banche si stanno accorgendo che la funzione di gestione dei pagamenti può emanciparsi e non essere più relegata ad appendice strutturale. Si tratta di una funzione, però, che per portare profitti deve essere svolta in alti volumi e in efficienza. Magari anche per conto di altri (outsourcing). In questo senso, le banche che si struttureranno bene potranno svolgere il servizio di pagamenti per altre (come le Bcc).

A livello di Roi, secondo Borghese, una procedura globale di gestione dei pagamenti fatta con Soa e Java può ridurre i costi anche del 40-50%, in termini di svolgimento delle procedure, di gestione del datacenter e di back office. E qui entra in gioco il problema del contenimento della forza lavoro, che Borgese aggira suggerendo che le competenze si possono far convergere su altri impieghi di sviluppo di business.

Fra i primi utenti di VtPie c’è la Banca Popolare di Sondrio, dove il verbo Java è parlato da tempo, almeno per quanto riguarda le attività di front end. L’It dell’istituto valtellinese, infatti, con lungimiranza ha mostrato attenzione ai sistemi aperti per quanto riguarda le funzioni di interfaccia con clientela.

Ora ha rivisto le funzioni di bonifico Sepa, con un progetto partito nel luglio scorso. La procedura è stata riscritta e reingegnerizzata in tre mesi, per andare in esercizio a dicembre. E c’è anche Unicredit, che con Ugis sta costruendo una “Sepa factory” di respiro mondiale.

1 COMMENTO

  1. Ho bisogno di un contatto cui poter inviare richiesta per accertamenti di P.G. relativo ad un utente VT PIE

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