Le aziende preferiscono l’innovazione di processo

Le grandi imprese meglio delle piccole e l’industria è il settore dove fervono le nuove idee

Nel triennio 2004-2006, il 27,1% delle imprese italiane con almeno 10 addetti ha introdotto sul mercato, o al proprio interno, innovazioni di prodotto o di processo.


Il dato arriva da un’indagine dell’Istat secondo la quale l’innovazione interessa oltre la metà delle imprese con almeno 250 addetti e solo un quarto di quelle con 10-49 addetti.


La diffusione dell’innovazione tecnologica varia, inoltre, sensibilmente in relazione all’attività economica.


In particolare, le imprese innovatrici sono state il 36,3% nell’industria in senso stretto, il 17,3% nelle costruzioni e il 21,3% nei servizi.


Nel complesso si conferma un diffuso orientamento verso l’innovazione di processo. Tra le imprese che hanno innovato nel triennio 2004-2006, il 50,5% ha introdotto innovazioni che interessano unicamente il processo produttivo, il 35,2% ha innovato processi e prodotti e il rimanente 14,3% ha concentrato le proprie attività innovative sui soli prodotti.


Differenze sostanziali si registrano, tuttavia, nei diversi settori di attività economica: se le imprese dei servizi e delle costruzioni mostrano una netta preferenza per le innovazioni di solo processo, nell’industria in senso stretto una proporzione rilevante di imprese orienta le proprie scelte strategiche verso attività combinate di innovazione di processo e prodotto. Confermate le differenti modalità innovative a livello dimensionale: al crescere della dimensione aziendale si riduce l’incidenza della sola innovazione di processo e aumenta la tendenza a innovare contestualmente i processi e i prodotti.


Nel 2006 la spesa complessiva sostenuta dalle imprese italiane per l’innovazione ammonta a circa 29 miliardi di euro, di cui oltre il 60% concentrato nell’industria.


La spesa per l’innovazione risulta ampiamente concentrata nelle imprese di maggiore dimensione; infatti, le imprese con 250 addetti e oltre – che rappresentano l’1,5% delle popolazione di riferimento – contribuiscono per il 57% alla spesa complessiva per innovazione, mentre le imprese con meno di 50 addetti – che costituiscono l’89% dell’universo considerato – partecipano con una quota inferiore al 20% della spesa totale. Rispetto al 2004, la spesa complessiva per l’innovazione diminuisce di circa il 5.




Le imprese italiane con almeno 10 addetti che, nel triennio considerato, hanno svolto attività innovative sono state il 27,9%; di queste il 27,1 ha introdotto con successo sul mercato, o al proprio interno, innovazioni di prodotto e o di processo, mentre lo 0,8 % non ha concluso le proprie attività entro la fine del 2006.


La diffusione dell’innovazione varia significativamente in relazione alla dimensione aziendale: se tra le piccole imprese (10-49 addetti) il 24,9% ha introdotto innovazioni, in quelle relativamente più grandi (50-249 addetti) la percentuale sale al 42,2% fino a raddoppiare in quelle con 250 addetti e oltre (54,6 %). Questo divario risulta ancora più marcato nell’industria che, pur registrando percentuali di imprese innovatrici relativamente più elevate in tutte le fasce dimensionali, mostra differenze più evidenti tra le piccole e le grandi imprese (rispettivamente il 33 e il 69,3%).


Si conferma, inoltre, una differente propensione all’innovazione delle imprese all’interno di ciascun macrosettore: nell’industria, ad esempio, coesistono settori in cui i due terzi delle imprese sono innovatrici – fabbricazione di macchine per ufficio (73,3%), le industrie chimiche (63,3%) e la fabbricazione di apparecchi radio-tv e delle telecomunicazioni (61,9%) – e settori in cui innova meno di un quarto delle imprese – le industrie del vestiario (13,3%) e del cuoio e calzature (18,6%) e il settore estrattivo (20,3%).


Una forte variabilità intersettoriale caratterizza anche i servizi: a fronte di alcuni settori con una significativa frequenza di imprese innovatrici come quelli delle poste e telecomunicazioni (55,2%), delle assicurazioni (52,6%), e della ricerca e sviluppo (51,2%), se ne registrano altri poco innovativi, tra cui il commercio al dettaglio (14,2%) e le attività di supporto e ausiliarie dei trasporti (15,8%).


Rispetto al triennio 2002-2004, la percentuale delle imprese innovatrici sul totale risulta più contenuta. In particolare, l’analisi per macrosettore mostra una situazione sostanzialmente stabile nell’industria e una sensibile riduzione (di oltre cinque punti percentuali) nelle costruzioni e nei servizi; sotto il profilo della dimensione aziendale, invece, la percentuale delle imprese innovative registra una contrazione in tutte le fasce dimensionali.


Nelle imprese di piccole dimensioni e in quelle operanti nei settori delle costruzioni e dei servizi, l’attenzione è rivolta principalmente all’innovazione di processo disgiunta dall’innovazione di prodotto, mentre nelle grandi imprese e nei settori industriali l’innovazione tecnologica continua a configurarsi prevalentemente come un’attività di intervento svolta congiuntamente sui prodotti e sui processi di produzione. Sensibilmente più contenuto nel complesso appare, invece, l’orientamento verso la sola innovazione di prodotto.

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