Alcuni dei progetti più importanti del mondo, in particolare negli Stati Uniti e in Asia, per le reti wireless metropolitane utilizzano la tecnologia mesh, che non è una novità dal punto di vista tecnico, ma che solo oggi sta incontrando grande approva …
Alcuni dei progetti più importanti del mondo, in particolare negli Stati Uniti e in Asia, per le reti wireless metropolitane utilizzano la tecnologia mesh, che non è una novità dal punto di vista tecnico, ma che solo oggi sta incontrando grande approvazione. Spesso si tratta di progetti che non nascono per superare il digital divide, ma piuttosto per creare una nuova infrastruttura ad uso dei cittadini e della Pa, in grado di veicolare servizi in vari ambiti, per esempio la sanità, la sicurezza pubblica o nei campus universitari. Le reti mesh usano la tecnologia trasmissiva del Wi-Fi ma una topologia diversa. Nel sistema tradizionale, basato su hot-spot, l’architettura è ad albero, poiché ogni access point deve essere collegato alla rete fissa. Un approccio che può risultare troppo complesso e costoso in alcune situazioni, soprattutto quando le aree da coprire sono ampie.
Per questo, le reti mesh hanno un’architettura magliata, con un funzionamento analogo a quello di Internet: gli access point sono in grado di dialogare tra loro e hanno tutti funzioni di routing, cioè sono in grado di forwardare i pacchetti verso un altro nodo; è sufficiente, quindi, che uno di questi sia connesso alla rete cablata per estendere la copertura. Tutti gli access point della rete mesh parlano con tutti gli altri e condividono, così, la stessa connessione Ethernet, potendo quindi essere posizionati ovunque ci sia una presa di corrente. Laddove non arriva l’elettricità, si possono anche usare access point alimentati a batteria o dotati di piccoli pannelli solari. Ulteriori access point collegati fisicamente alla rete possono essere aggiunti per aumentare l’affidabilità complessiva del sistema o per migliorare il throughput, riducendo il numero di salti (hop) necessari per raggiungere il punto di interconnessione.
L’architettura a griglia è particolarmente affidabile perché, se un access point non funziona, il sistema è in grado di riconfigurarsi e trasmettere il segnale utilizzando un percorso alternativo. Inoltre, la configurazione automatica rende possibile aggiungere nuovi access point con un intervento manuale limitato. Gli apparati hanno un doppio accesso radio, in due bande di frequenza diverse: uno per comunicare con i client, basato sul diffuso 802.11b/g, che funziona nella banda del 2,4 GHz, e l’altro per dialogare fra di loro, ovvero per il backhaul, nella banda del 5 GHz con l’802.11a. È necessario, poi, un gateway per collegare logicamente la subnet della rete mesh con la rete cablata dell’organizzazione oppure del service provider, con funzioni di routing, sicurezza, gestione degli utenti mobili e via dicendo.





