L’Athlon non convince i costruttori di server e workstation

Ibm e Compaq dichiarano di non voler usare il chip nelle proprie macchine e gli analisti sono scettici sulle possibilità di Amd. La strada verso il corporate high-end è sempre più in salità per Advanced Micro Devices

Se da un parte Intel sta progressivamente “mietendo vittime” tra i
costruttori di server e workstation, che piano piano stanno tutti annunciando
macchine a base Itanium, dall’altra Amd sta facendo non poca fatica a entrare
nel settore enterprise.
Il processore Athlon ha infatti riscosso un
indiscusso successo sui desktop e sui portatili, segmento in cui anche il chip
Duron ha iniziato a dire la sua. Però per le applicazioni aziendali i
costruttori non sembrano intenzionati a dare fiducia ai prodotti Amd. Ibm e
Compaq hanno infatti dichiarato di non avere pianificato l’introduzione nelle
proprie linee di alcun modello basato sui nuovi Athlon da 1,2 e 1,3 GHz, che
dovrebbero essere in commercio dal prossimo mese, né tantomeno intendono
impiegarli nelle configurazioni a più processori.
Gli analisti più
intransigenti dicono che questa affermazione non deve stupire più di tanto,
visto che anche i nuovi processori che Intel indirizza la segmento enterprise
non hanno un grande successo. D’altra parte, proseguono, non sembra esserci poi
un grande guadagno nell’impiegare un chip Athlon in una workstation o in un
server.
Sia come sia, Amd sta indirizzando tutti i propri sforzi nel
tentativo di riuscire ad affermare il suo processore di punta anche nel mercato
corporate high-end. Per riuscire a ottenere questo risultato sta concentrandosi
sia sui programmi commerciali sia sulle infrastrutture, intese anche come
caratteristiche che possono consentire la costruzione di un server o di una
workstation confacente agli standard di stabilità e gestibilità che i
responsabili It di un’impresa si aspettano da una macchina di questo tipo. Amd
dichiara inoltre di lavorare intensamente con i partner affinché anche il
software sia all’altezza. E di parlare direttamente con i clienti affinché
possano comprendere che le macchine a base Athlon sono del tutto adatte a un
impiego enterprise.
Nonostante tutti questi sforzi, il livello di
accettazione è ancora molto basso e la realtà parla di aziende del calibro di
Ibm e Compaq che dichiarano di essere votate al 100% verso altri processori. C’è
però chi fa notare che se i grossi nomi prendono le distanze da Amd sul segmento
corporate high-end, molti costruttori di più piccolo calibro vedono invece di
buon occhio l’adozione dell’Athlon sulle workstation o sui server. Un esempio
viene dalla statunitense Net Express che sostiene di avere avuto commesse
rilevanti da alcune divisioni della At&T e dal Massachusetts Institute of
Technology per server con a bordo processori Athlon.
Tuttavia Amd ritiene di
poter convincere qualche grosso nome a produrre macchine con il proprio chip.
Compaq e Ibm sono solo due dei brand importanti, dicono in Amd, ma ne rimangono
molti altri che non ci hanno detto no. A detta degli esperti, forse la società
potrebbe avere un certo successo se si concentrasse solo sulle workstation, più
semplici da costruire, molto più facili da testare e con un prezzo molto
inferiore a quelle a base Intel. Ma, c’è chi obbietta, Amd non ha ancora un vero
band name. E forse è questo il vero problema, ossia il nome e il marketing che
si ha alle spalle, e non tanto il processore in sé.

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