L’Application maintenance va in onda alla Rai

Adottata una soluzione per valutare l’operato degli outsourcer

Dietro ogni programma televisivo trasmesso dalla Rai c’è il lavoro della direzione Ict dell’azienda, composta da 134 addetti e direttamente coinvolta nel governo di numerosi processi critici. Sono poi utilizzate modalità diverse di sourcing per integrare le competenze ed estendere le capacità operative interne. L’area applicativa, in particolare, presenta numerose sfide, complicate dall’ampiezza del parco software gestito; fra queste, la governance, la garanzia di qualità, il controllo di aderenza agli standard, la riduzione dei costi, l’agilità e l’efficacia.

«Non possiamo permetterci che un telegiornale non vada in onda – afferma Francesco Varallo, responsabile sviluppo software di Rai -. Tutte le applicazioni per noi sono critiche: dalla messa in onda dei servizi al controllo del palinsesto, ai sistemi che il giornalista usa mentre è in diretta. Se si vuole gestire qualcosa, bisogna conoscerla bene. Ecco perché nel tempo abbiamo costruito una sorta di datawarehouse del software». In particolare, questo è stato suddiviso in sei lotti, in base alle caratteristiche funzionali degli applicativi, ciascuno dei quali è affidato in gestione a un fornitore diverso, selezionato attraverso gare. Con il sistema di Cast Software, un tool che consente di monitorare e misurare la qualità delle applicazioni, viene conteggiato ogni tre mesi il numero di oggetti gestiti e altri indicatori, che permettono di valutare il lavoro svolto dai fornitori esterni in modo oggettivo e affidabile. Ogni due anni, poi, viene indetta una nuova gara, per evitare che Rai cada nella trappola del cosiddetto “vendor lock-in”, mantenendo, così, il controllo centralizzato del portfolio applicativo esternalizzato.

Sono stati anche definiti e misurati livelli quantitativi e qualitativi di quanto realizzato, che possono essere visualizzati con appositi “cruscotti”. Cast consente anche di effettuare l’analisi di impatto delle applicazioni che vengono modificate o introdotte, una pratica che è stata resa obbligatoria da Rai. Una scelta importante dell’azienda è stata anche quella di strutturare il flusso di lavoro utilizzando Itil, lo standard emergente di It service management. Spiega Varallo: «L’introduzione di Itil e la gestione dell’Application maintanance rappresentano attività onerose, su cui lavorano tre persone. Ma alla lunga l’investimento si ripaga in termini di efficienza organizzativa. Dopo quasi sei anni di lavoro siamo riusciti a svincolarci completamente dagli outsourcer e imporre loro degli standard. Ora possiamo decidere di cambiare fornitore di Application maintenance facilmente, perché, usando Itil, parliamo con tutti la stessa lingua».

Con questo tipo di approccio, Rai ha ottenuto un risparmio di circa il 28% sul costo di Application maintenance.

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